Furto nella villetta degli orrori: torna l'ombra del satanismo su Altavilla Milicia

Sono state trafugate delle suppellettili dalla villetta della strage di Altavilla Milicia. Tra esse il lucchetto al centro di un giallo in sé

Screen Ore 14
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Uno strano e insolito furto è avvenuto nella villetta di Altavilla Milicia (Palermo), dove lo scorso febbraio è avvenuta la strage che ha portato alla morte una mamma, Antonella Salamone, e i suoi figli, Kevin ed Emanuel Barreca. Non si comprende il perché di questo furto: c’è chi ipotizza si possa trattare di qualche tipo di feticismo dell’orrore o che ciò che è stato rubato possa essere utilizzato in riti filosatanisti. Ma è anche più probabile che si tratti di un gesto di tipo vandalico.

La trasmissione Ore 14 (Rai 2) ha infatti raccontato che sono stati due gli oggetti trafugati da uno o più soggetti ignoti: una persiana a due ante e un lucchetto. La persiana è quella della porta-finestra della camera da letto di Antonella e il marito Giovanni Barreca, al momento in carcere e indagato per la strage. Il lucchetto invece serviva ad aprire e chiudere la villetta stessa.

Quest’ultimo oggetto è al centro di un giallo a sé stante: secondo Massimo Carandente - che insieme alla compagna Sabrina Fina è anch’egli indagato e in carcere - Barreca avrebbe usato il lucchetto per chiudere i familiari nella villetta in cui - dicono - Carandente e Fina si sarebbero recati solo a pregare. Barreca afferma invece che Carandente gli abbia suggerito di usare il lucchetto perché nessuno entrasse durante i presunti riti di purificazione.

Al momento si continua a indagare e ulteriori furti sulla scena del crimine saranno prevenuti attraverso le telecamere di videosorveglianza istallate dopo che i carabinieri sono stati allertati della sparizione della persiana e del lucchetto.

Intanto, dall’analisi dei tabulati telefonici, è emerso che non ci sarebbe stata nessuna regia esterna, nessun "suggeritore", per le torture cui sarebbero state sottoposte le tre vittime. Ci sono stati sì contatti telefonici con il mondo esterno, ma nessuno sarebbe stato a conoscenza di ciò che stava avvenendo nella villetta.

Nelle scorse settimane Fina e Carandente hanno incontrato il loro team difensivo, ribadendo ancora una volta la loro estraneità alla strage e chiedendo di non essere chiamati “fratelli di Dio” - espressione che la stampa ha mutuato da una citazione dei messaggi mandati da Kevin agli amici in quei giorni.

I difensori della coppia hanno comunque chiesto di poter effettuare un sopralluogo, come già fatto per la difesa di Barreca e della figlia minorenne, passata nelle ore immediatamente successive all’arresto del padre da sopravvissuta alla strage a indagata sotto detenzione cautelare.

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