I due caricatori e la mira alla testa: così è avvenuta la strage di Nuoro

Dalle autopsie sui corpi di tre delle vittime della strage di Nuoro sono emersi dettagli inquietanti sul modo in cui l'assassino ha ucciso le sue vittime

A sinistra Roberto Gleboni, l'autore della strage. A destra Giusy Masetti e la figlia Martina
A sinistra Roberto Gleboni, l'autore della strage. A destra Giusy Masetti e la figlia Martina
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All'ospedale San Michele di Cagliari sono iniziate le autopsie sui corpi martoriati delle vittime della strage di Nuoro. La procura ha incaricato di effettuare gli esami il dottor Roberto Demontis, che in serata dovrebbe concludere l'analisi sui tre corpi, quelli dell'omicida, della moglie e della figlia 26enne. Oltre a loro, l'autore della strage ha ucciso anche un vicino di casa e un altro figlio, il più piccolo, di appena 10 anni. Gli esami sui loro corpi sono in programma per domani, domenica 29 settembre. L'unico sopravvissuto è il figlio di 14 anni, tutt'ora ricoverato senza ferite gravi ma in stato di choc. Il padre lo ha colpito al volto e lui, per sfuggire al triste destino toccato in sorte alla sua famiglia si è dovuto fingere morto. Alla strage è scampata anche la madre 83enne, anche lei emotivamente provata da quanto accaduto.

L'arma con la quale l'assassino ha compiuto la sua strage è una pistola calibro 7.65 che deteneva legalmente, per la quale gli era appena stato rinnovato il porto d'armi. Stando alle risultanze finora emerse dalle indagini, l'autore della strage ha scaricato quasi due interi caricatori, ognuno da 12 colpi, mirando alla testa delle vittime, per avere la certezza che non sopravvivessero. Da questo si evince che la ferma volontà dell'uomo fosse quella di uccidere, che il suo intento fin dall'inizio era quello. Dopo aver sparato alla moglie, ai tre figli e al vicino, l'assassino ha avuto la freddezza di salire in auto, percorrere 4 km, e sparare alla madre, prima di togliersi la vita. Fortunatamente la donna, nonostante le gravi ferite, è stata salvata dai medici e si trova tutt'ora ricoverata presso l'ospedale San Francesco di Nuoro.

Quel che ora le forze dell'ordine devono ricostruire è il movente di questa strage, che al momento è incomprensibile. Non sono ancora emersi elementi tali da spiegare perché l'operaio quella mattina abbia deciso di sterminare la sua famiglia, togliendosi poi la vita. "Avevano litigato", ha detto il figlio. Anche le versioni di chi conosceva la famiglia appaiono al momento contrastanti.

Emergono sempre più frequenti voci di dissidi all'interno della famiglia e mentre alcuni conoscenti riferiscono che il killer fosse un uomo buono e amorevole, che non aveva mai manifestato tendenze violente, altri riferiscono che l'uomo fosse aggressivo e maniaco del controllo. Le date dei funerali saranno fissate solo dopo la fine degli esami autoptici e l'obiettivo adesso è tutelare il figlio superstite.

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