"Rendiamo il mondo migliore 'giocando' con i serial killer"

Un libro su quiz e rebus legati ai grandi casi di cronaca nera e ai serial killer. L'autore Esposito: "Non perdiamo di vista il rispetto per le vittime"

"Rendiamo il mondo migliore 'giocando' con i serial killer"
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Due libri per conoscere meglio il crimine attraverso un intrattenimento che renda la fruizione più accessibile a tutte le persone adulte - in particolare sui serial killer, ma non solo. Sono “TrueCrime Games” e “Crime Coloring Book”, ovvero un volume di quiz e un libricino da colorare, le due opere realizzate dal criminologo forense e podcaster Francesco Esposito, e dal coautore Andrew Sharp, un misterioso professionista di grande esperienza nel campo.

In questi libri sono contenute curiosità sui serial killer, come Ted Bundy, Aileen Wuornos, John Wayne Gacy, Zodiac, Jack lo Squartatore, ma anche tantissimi casi italiani, a partire dal mostro di Firenze, che vengono spiegati attraverso rebus di ogni tipo. Il fine: “Comprendere il crimine per prevenirlo e rendere il mondo un posto migliore”, spiega a IlGiornale.it Esposito.

Esposito, come nasce l’idea di questi due libri?

“Innanzi tutto con grandissimo rispetto per le vittime, e con un’attenzione quasi maniacale all’educazione alla sofferenza, senza morbosità. Le persone vogliono partecipare, vogliono fare i piccoli detective: si tratta di un fenomeno nato negli Stati Uniti e molto sviluppato, ma ho voluto portarlo anche in Italia. In questo modo le persone, nella fruizione di un’opera di intrattenimento, riescono a percepire delle informazioni importanti”.

Quali sono i casi più famosi che vengono trattati in TrueCrime Games?

“In questo volume parliamo di tutti i più terribili serial killer della storia recente, attraverso rebus, cercaparola e altri quiz: Kuklinski, il mostro di Firenze, Minghella, alcuni femminicidi”.

E Zodiac, che viene citato nella sinossi.

“Sì, all’interno c’è un gioco ispirato ai crittogrammi di Zodiac, che va risolto. In effetti ci sono anche dei cold case, che ultimamente stanno venendo raccontati sempre di più. In Italia è un fenomeno recente la passione verso i cold case, ma stiamo arrivando ad eccellere anche in questo campo”.

Quali sono i casi che avete ritenuto più difficili da trattare?

“Il mostro di Firenze sicuramente. È sempre molto difficile da trattare. Di fronte a un cambiamento epocale e a quella terribile violenza, tutti quei giovani morti, è complicato trovare un equilibrio. Così come in tutti quei casi in cui ci sono dei giovani scomparsi. L’avevo già toccato con mano con il mio podcast ‘Le Bestie di Satana - 25 anni dopo’, perché quando ascolti un genitore dire cose terribili sulle modalità di ritrovamento di un figlio si fa fatica umanamente a trattare questo tipo di casi”.

Ci sono quiz anche sulle Bestie di Satana?

“No, ma abbiamo in progetto una graphic novel. In TrueCrime Games comunque ci sono tutti i casi italiani più importanti”.

Negli anni ’90, negli Stati Uniti, uscì un album delle figurine con i serial killer, un prodotto che destò l’indignazione internazionale. Perché oggi non c’è più il timore che i criminali possano essere ritenuti “pop”?

“Oggi c’è un consumo enorme di true crime con tutti i media possibili. Il consumo è così alto dal punto di vista numerico: nella narrazione il criminale diventa più ‘pop’, dalle serie a YouTube. La soluzione è sottoporre solo prodotti di tipo accademico, ma così facendo si rischia di finire solo nello sciorinare concetti tecnici e si finisce per parlare da soli. Oppure c’è, come si fa negli Stati Uniti, la possibilità di unire intrattenimento con qualità, in modo da far arrivare l’informazione a tutti e provare a migliorare la società”.

Le donne che scrivevano ad Angelo Izzo, le “bimbe di Benno” e oggi le “bimbe di Turetta”. Perché i protagonisti di un crimine vengono percepiti come affascinanti?

“Perché l’eros e il thanatos sono due forze enormi, immediatamente riconosciute dall’essere umano senza mediazione. Il criminale vive tantissimo, fa delle cose che noi non faremo mai, è violento, prende ciò che vuole nel momento in cui le vuole, rompe le regole e la routine.

Questo lo rende interessante, sia dal punto di vista sessuale, sia perché commette degli atti che si avvicina alla morte. Sarà sempre così, perché l’essere umano di fronte a un omicidio prova delle emozioni primordiali e talvolta vanno a deragliare verso il fascino del male”.

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