"Ecco cosa c'è davvero dietro al gatto arrostito dall'immigrato"

Continuano a far notizia le immagini dell'immigrato che a Livorno ha arrostito un gatto; chiara la denuncia di Fratelli d'Italia, che chiama in causa presunti riti della mafia nigeriana

"Ecco cosa c'è davvero dietro  al gatto arrostito dall'immigrato"

L'assurda vicenda del migrante che nella mattina di ieri ha arrostito un gatto in provincia di Livorno ha scatenato la polemica nel nostro Paese. La condanna è stata unanime, o meglio dire quasi unanime, considerando che c'è chi si è sperticato per trovare giustificazioni a un atto di una simile barbarie, compiuto alle 7 del mattino nei pressi di una stazione ferroviaria. A destra l'indignazione è stata corale e vibrante, meno a sinistra. Quest'oggi a esporsi con una nota di ferma condanna è stato Giovanbattista Fazzolari, responsabile nazionale del programma di Fratelli d'Italia che ha provato a spiegare cosa possa esserci davvero dietro a quel gesto così orribile.

"Ha destato grande sdegno il video del migrante che arrostisce un gatto a Livorno. Qualcuno ha provato a sostenere che fosse il gesto disperato di una persona affamata e senza altro modo di sopravvivere. Tesi difficile da credere", sostiene Fazzolari, che ha una sua tesi ben precisa sui motivi di quanto purtroppo è accaduto a Campiglia Marittima. "Fratelli d'Italia da tempo denuncia l'operato in Italia della Mafia Nigeriana, che ha tra i suoi riti anche sacrifici di animali (come galline e gatti) e purtroppo in alcuni casi anche umani, come dimostrato da numerosi esperti di culti nigeriani e dei loro riti vudù e juju", dichiara l'esponente di Fratelli d'Italia, la cui denuncia appare molto precisa nei suoi dettagli.

Nella nota affidata alla stampa, Giovanbattista Fazzolari sostiene che l'uomo intento a cuocere il gatto, ormai carbonizzato come si evince dalle immagini, non ha l'aria di essere disperato, indigente o malnutrito. In ogni caso, stando alle sue parole, nessuna di queste condizioni giustificherebbe quell'atto che ha sconvolto l'Italia: "Non si capisce perché abbia dovuto fare quel terribile atto in bella vista, in una piazza davanti a una stazione. È opportuno quindi che gli investigatori accertino se dietro questo gesto non vi sia altro, come la pratica di un rito tipico della mafia nigeriana. Senza colpevoli omissioni e omertà".

L'uomo, un 21enne immigrato originario della Costa d'Avorio è stato denunciato dai carabinieri ma non arrestato. Dai controlli è risultato che sarebbe attualmente irregolare, in attesa del risultato del ricorso prestentato al Tribunale di Firenze dopo la negazione dello status di rifugiato.

Intanto l'uomo, stando a quanto riportato da Il Tirreno, ha dichiarato che avrebbe trovato l'animale già morto e che lo avrebbe cucinato solo perché affamato, richiamando quindi lo status di necessità. Per questa ragione per lui non sarebbero scattate le manette ma solo una denuncia.

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