"Dobbiamo fare tre giorni di lutto nazionale, in rispetto dei morti e delle loro famiglie. Social sì, ma senza fare festa". Così, su Twitter, interviene Beppe Fiorello. L'attore, infatti, ha deciso di pubblicare sul proprio profilo social la tanto significativa quanto straziante fotografia della carovana di camion dell'Esercito italiano per le strade di Bergamo, impegnati nel trasferimento delle salme dei morti di coronavirus in altre località. Perché nella città lombarda, in questa emergenza totale, non c'è più posto neanche per i morti.
Uno scatto che passerà alla storia e che è un pugno allo stomaco di tutti noi, a partire dalle famiglie dei defunti causa Covid-19.
Una foto che ha colpito molto Fiorello, che si è così sfogato sulla pubblica piazza del social network, lanciando un messaggio ben chiaro: "Camion militari per portare le bare dei morti e ancora si canta sui balconi, si fanno battutone spiritose su questa tragedia epocale, si fanno happening sui social…". E a seguire, come già registrato, ha aggiunto: "Dobbiamo fare tre giorni di lutto nazionale, rispetto per i morti e le loro famiglie, social sì, ma senza fare festa".
Camion militari per portare le bare dei morti e ancora si canta sui balconi, si fanno battutone spiritose su questa tragedia epocale, si fanno Happening sui social, Dobbiamo fare tre giorni di lutto nazionale, rispetto per i morti e le loro famiglie, social si ma senza fare festa pic.twitter.com/nlfFEDRdtf
— Giuseppe Fiorello (@BeppeFiorello) March 18, 2020
La colonna di camionette dell'Esercito per le strade di Bergamo rende ulteriormente l'idea di come quella contro il coronavirus sia una vera e propria guerra. E che proprio come ogni guerra fa vittime: il bollettino quotidiano dei contagiati e decessi è sempre una stretta al cuore. Nella giornata di ieri i morti sono stati 465.
Bergamo è una delle città del Belpaese più in difficoltà: i cadaveri sono stati portati in altri comuni per alleggerire il lavoro del forno crematorio cittadino, ormai al collasso.Le attese per le cremazioni avevano ormai superato la settimana. I feretri, collocati su una trentina di camion dell’esercito, sono una settantina e sono diretti a una dozzina di destinazioni in tutta Italia.
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