In questi giorni ha fatto molto discutere il "caso Aria", relativo alla società che si occupa di coordinare la logistica della campagna vaccinale in Lombardia. Nelle scorse ore è arrivata la svolta: il governatore Attilio Fontana ha fatto sapere di essere pronto ad azzerare i vertici della società e ad affidarla eventualmente a un amministratore unico. Non sono stati digeriti i disagi registrati nello scorso fine settimana quando, a causa di un malfunzionamento della piattaforma, si è riscontrata l'assenza di pazienti a cui somministrare il vaccino nei poli vaccinali di Cremona, Como e Brianza. Sulla questione è intervenuto anche Guido Bertolaso, che si è detto deluso da quanto accaduto: "Mi ero accorto che qualcosa non funzionava il giorno che abbandonarono 300 anziani convocati per errore. Ma le sembra possibile che qualcuno non venga chiamato ed altri mandati a 60 chilometri da casa per farsi vaccinare?".
Sul tema il coordinatore della campagna di vaccinazione lombarda non ha usato mezzi termini per esprimere la propria dura posizione: "Era un sistema che funzionava male e andava cambiato: siamo atterrati su Marte, non possiamo non gestire delle prenotazioni via sms". Inevitabilmente sono arrivate critiche piuttosto colorite nei confronti della sanità locale, anche se l'ex numero uno della Protezione civile ha sottolineato come l'emergenza Coronavirus non abbia bandiere di partito o colori politici: "Nella mia vita ho lavorato con 4.500 sindaci e non mi sono mai chiesto di che partito fossero. Nessuno crede che in questo Paese si possa seguire un ideale comune".
L'obiettivo di Bertolaso
Bertolaso poi ha confessato una sorta di amarezza: sperava in una campagna con meno buche burocratiche. Basterebbe infatti prendere come esempio il plico di 11 pagine che va compilato prima dell'iniezione: "Succede solo in Italia. Facciamo i check-in online, dobbiamo digitalizzare queste procedure". Il coordinatore non si dice preoccupato per i dissensi verso Astrazeneca: a suo giudizio con il passare dei giorni i cittadini torneranno ad avere fiducia anche verso questo vaccino. A intimorirlo invece è il fatto che tra poche settimane bisognerà far convivere tre diversi vaccini: "Una grande risorsa, ma anche un rischio di ingolfamento pratico".
L'ex capo della Protezione civile ha promesso che entro l'11 aprile tutti gli over 80 saranno vaccinati. L'intenzione è quella di accelerare. Intanto, tiene a sottolineare, i risultati ottenuti sono già motivo di orgoglio: "Già ora in Lombardia sono stati vaccinati un quinto del totale italiano: stiamo rispettando le proporzioni. I numeri non si possono manipolare". "Quando questa componente informatica lavorerà perfettamente, qui vaccineremo più velocemente che nel resto d'Europa", ha aggiunto ai microfoni di Mattino Cinque su Canale 5. Qualche Regione ha fatto meglio, come ad esempio il Lazio. Ma anche su questo punto ha voluto fare chiarezza: "A chi mi fa l’esempio del Lazio che ha avviato anche le vaccinazioni di fasce di popolazioni under 80 vorrei spiegare che noi stiamo seguendo le priorità che ci hanno chiesto". Invece non seguire quell'ordine "è scorretto, anche se suggestivo".
Infine Bertolaso, nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha ribadito l'impegno di vaccinare tutti i lombardi che lo vorranno (almeno con la prima dose) entro il mese di giugno: "Certo, ci metto la faccia. Se parte la Lombardia riparte l’Italia".
E all'orizzonte ha escluso impegni politici come sindaco di Roma: "Sarebbe un sogno, ma sono vecchio ed esausto per questo sforzo. Finito di vaccinare l’ultimo lombardo torno negli spogliatoi e ricomincio a fare il nonno".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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