Continua a far discutere il caso legato a Luca Morisi, ex guru della comunicazione social di Matteo Salvini indagato per cessione e detenzione di stupefacenti. Il mondo della politica si è diviso: da una parte i soliti 5 Stelle sono andati subito all'attacco approfittando della situazione; dall'altra la Lega fa notare come effettivamente la notizia sia uscita a pochissimi giorni dalle importanti elezioni Amministrative. In mezzo però c'è la posizione della procura di Verona, che tiene a fare chiarezza sulla serie di notizie e considerazioni accumulata in queste ore. La domanda di fondo è la seguente: chi ha "passato" le carte?
"È una storia banale"
A parlare è Angela Barbaglio al Corriere della Sera: la procuratrice di Verona ha voluto precisare che il fascicolo in questione viene trattato "come tutti gli altri". Anche perché, e questa è una sottolineatura importante, "si tratta di una storia banale che risale alla scorsa estate". La perquisizione è avvenuta a metà agosto e dunque la Barbaglio si chiede "che motivo avremmo avuto di far uscire adesso la notizia?".
Da Verona si dicono sorpresi dal clamore suscitato perché, sostengono, basterebbe analizzare le date. La denuncia risale al 14 agosto e pertanto viene considerato "un fatto antico". Sono stati fatti poi i dovuti accertamenti del caso e la procuratrice rivendica quindi che nulla sarebbe mai emerso: "È rimasto tutto segreto fino a che non sono state rese le dimissioni dall’incarico".
Le accuse di Salvini
Nel frattempo Matteo Salvini chiede che sulla vicenda si aspetti che la giustizia faccia il suo corso, confidando che il tutto finisca in un nulla di fatto. Il leader della Lega ha attaccato la "schifezza mediatica" e ha denunciato le strumentalizzazioni politiche: "Tirare in ballo il discorso politico, che non c'entra nulla con il partito, è un attacco gratuito alla Lega a cinque giorni dal voto. Stanno imbastendo un processo politico contro la Lega, è surreale".
Tuttavia la procuratrice Barbaglio ha smentito le voci secondo cui ci sarebbe la volontà di danneggiare il Carroccio in piena campagna elettorale: "E quindi avremmo tenuto a bada la notizia fino a ora? Dire una cosa del genere vuol dire insultare l'intelligenza delle persone". La linea comunque è sempre la stessa: "Ho l'assoluta certezza che nulla è stato detto da noi e posso assicurare che nulla è stato detto dai carabinieri".
Però, è un dato di fatto, della notizia risalente a metà agosto si sta parlando solamente ora. Come mai? "Sinceramente questa è una domanda che non deve essere rivolta a me. Noi siamo estranei a tutto ciò che sta accadendo in queste ore", ha dichiarato la procuratrice.
Insomma, da Verona tengono a ribadire un concetto chiaro: da parte loro non sarebbe stato svolto alcun ruolo nella gestione di questa notizia. Così la Barbaglio ha ripetuto a gran voce di non avere "alcun interesse per gli effetti sull'elettorato" e di non aver mai "pensato a strumentalizzazioni delle inchieste".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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