Botta e risposta tra Vauro Senesi e Marco Travaglio. Se ieri il vignettista aveva annunciato, via social, che il direttore de Il Fatto Quotidiano aveva scelto di non pubblicare il suo disegno su Toninelli e la Tav, sull'edizione del quotidiano in edicola l'8 dicembre, oggi il giornalista motiva la sua scelta.
E sulle colonne del suo giornale scrive: "Se Vauro leggesse il giornale che ospita le sue vignette, saprebbe che è in corso un'analisi costi-benefici sul Tav come su tutte le opere pubbliche, disposta da Toninelli, al termine della quale il governo valuterà quali opere siano utili e quali inutili. E, a quanto ci risulta, l'analisi sul Tav dirà che è totalmente inutile e diseconomico. Ma, appunto, un ministro, se commissiona uno studio, prima di pronunciarsi ne attende l'esito".
Dunque, spiega: "Queste banali osservazioni hanno molto irritato Vauro, che mi ha sfidato a non pubblicare la sua vignetta. E io, essendo il direttore del Fatto (che è un giornale, non una buca delle lettere), ho raccolto volentieri la sfida. Lui se n'è lagnato su Fb, facendone un caso di Stato". E, infine: "Ecco dunque a voi la vignetta del presunto scandalo, casomai qualcuno provasse a spacciare per censura la normale decisione di un direttore di contestare a un collaboratore un fatto non vero".
Pronta è arrivata la replica dell'artista, che sempre su Facebook ha scritto un lungo e piccato messaggio: "Io al contrario ritengo che il M5S e Toninelli abbiano messo in atto una strategia di temporeggiamento per non incrinare il loro 'contratto' con la Lega. Ritengo che l'attesa dei risultati della commissione sui costi-benefici faccia parte di questa strategia. Il M5S aveva fatto del no alla Tav una bandiera in campagna elettorale ,il che avrebbe potuto legittimamente far pensare che il Movimento avesse già fatto un bilancio riguardo all'opera, altrimenti ha lanciato uno slogan senza aver conoscenza della questione. I dubbi sul rapporto costi-benefici sono sorti solo quando si sono seduti al governo? La storia della Tap e dell'Ilva di Taranto almeno un vago sospetto dovrebbero suscitarlo. Di sicuro la mia interpretazione può essere errata. Il tempo dirà se ha ragione Travaglio o io. Detto questo, io non ho parlato di censura, ho scritto decisione di non pubblicare. Tale decisione rientra in pieno nelle prerogative di un direttore, c'è però anche il diritto di un redattore, quale io sono, di contestare tale decisione. Cosa che ho fatto portando a conoscenza dei fatti chi sta leggendo questo mio post. Mai in più di quarant'anni di lavoro da vignettista ho accettato di subire passivamente decisioni sulle quali non ero daccordo e non comincerò certo oggi.
Con Travaglio e con Santoro ho condiviso grandi battaglie per la libertà di satira (anche di quella che non incontra il nostro gusto) mi consento dunque semplicemente un pò di amarezza nel dover constatare che Marco non è più dalla stessa parte del fronte".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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