Coronavirus, la finanza al ministero della Salute: caccia al piano pandemico

Le Fiamme Gialle negli uffici del ministero, dell'Iss e dell'Ats di Bergamo. Acquisizioni anche negli uffici dell'assessorato al Welfare di Regione Lombardia

Coronavirus, la finanza al ministero della Salute: caccia al piano pandemico

Si muove la procura di Bergamo. Alle 9.30 di stamattina la Guardia di Finanza di Bergamo è entrata al ministero della Salute per acquisire documenti in merito alla diffusione dell'epidemia di coronavirus. I militari cercano informazioni sul piano pandemico italiano, fermo al 2006, riconfermato nel 2016 ma mai veramente aggiornato nonostante le indicazioni dell'Oms.

Le Fiamme Gialle si sono presentate negli uffici del ministero all'Eur e in viale Lungotevere Ripa 1, ma anche alla sede dell'Istituto superiore di sanità. La questione del piano pandemico influenzale è spinosa. Sul sito del ministero si trovano solo due versioni: quella del 2006, firmata dall'allora ministro Francesco Storace, e quella di fine 2016, quando alla guida della Prevenzione c'era Ranieri Guerra, oggi direttore aggiunto dell'Oms e membro del Cts. I due piani, però, sono identici, nonostante in quegli anni il mondo abbia conosciuto nuovi virus e cambiamenti radicali nella lotta alle pandemie. Perché? Guerra, finito nell'occhio del ciclone, si è difeso affermando che il piano era ancora "vigente", dunque tutto nella norma, e rivelando di aver raccomandato al ministro Lorenzin, mentre lui si accingeva a prendere un altro incarico, di aggiornare il Piano pandemico secondo le nuove indicazioni dell'Oms arrivate nel 2018.

La procura ci vuole però vedere chiaro. La faccenda si intreccia con la polemica esplosa intorno al report dell'Oms, scritto dai ricercatori di Venezia, pubblicato sul sito dell'Organizzazione e poi misteriosamente rimosso. All'interno, oltre a definire la gestione italiana della pandemia "caotica e creativa", si dava atto anche del mancato aggiornamento del piano pandemico negli ultimi 14 anni. Guerra, come rivelato in alcune mail mostrate da Report, chiese a Francesco Zambon di modificare il rapporto. Il resto è cronaca di questi giorni. I pm di Bergamo hanno sentito entrambi, convincendosi - secondo il Corriere - del mancato aggiornamento secondo le linee guida dell'Oms. Le ipotesi di reato sono falso ed epidemia colposa.

Come rivelato dal Giornale.it, infatti, nell'ultima bozza di piano pandemico (datata 12 gennaio 2021) vengono confermati i timori degli investigatori. “Il piano pandemico influenzale esistente al momento della redazione di questo aggiornamento - si legge infatti a pagina 19 - è stato redatto nel 2006 e rimasto vigente negli anni successivi”. Lo ha ribadito, indirettamente, anche l'avvocato che difende il ministero di fronte al Tar. Perché allora nessuno l'ha mai rivisto? La procura vuol capire se in questi 14 anni siano mai state preparate bozze (magari mai ultimate) o se si sia mai discusso, nelle stanze del ministero, del problema del suo aggiornamento. Sarebbero in corso accessi da parte della Finanza anche negli uffici dei vari direttori della Prevenzione che si sono succeduti in questi anni.

Che i pm stessero stringendo il cerchio lo si era capito nei giorni scorsi. Nelle prossime settimane sono attesi in procura i dirigenti al vertice del ministero, tra cui Claudio D'Amario e Giuseppe Ruocco (di cui Sileri ha chiesto le dimissioni). Anche il ministro Roberto Speranza, ora nel pieno della crisi di governo, potrebbe dover parlare di nuovo con i magistrati.

Intanto i militari sono entrati anche nelle sedi dell'Ats di Bergamo e dell'Asst di Seriate, che gestisce l'ospedale di Alzano Lombardo. In questo caso le indagini riguarderebbero la chiusura e la riapertura del presidio sanitario il 23 febbraio. Altro capitolo di una epidemia con tanti punti ancora da chiarire.

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