Così papa Francesco difende l'elemosiniere nella bufera

Papa Francesco non si è espresso contro l'azione del cardinal Krajewski. L'elemosiniere del Vaticano, del resto, è considerato un "bergogliano doc"

Così papa Francesco difende l'elemosiniere nella bufera

La discesa in campo del cardinale Krajewski può essere piaciuta o no alle gerarchie vaticane, ma intanto è facile notare come papa Francesco non abbia pronunciato una parola contrariata. Il che dipende pure dal fatto che il porporato elomosioniere, nella logica degli schieramenti presenti in Santa Sede, quella un po'approssimativa, perché le vicende ecclesiastiche non sono riducibili mediante elenchi di persone che apparterrebbero a questa o a quella parte, ma magari corretta, è considerato un "bergogliano" di ferro.

Nel corso della giornata di ieri, abbiamo raccontato come dalle parti di piazza San Pietro si sia diffuso un certo nervosismo. Il pragmatismo del cardinale - dicevamo - può essere considerato di parte, nel senso ideologico dell'espressione, specie in un contesto politicamente polarizzato come quello europeo. Non è necessario scendere in prima persona nell'agone elettorale per chiarire al mondo il proprio pensiero: basta riallacciare la corrente agli occupanti di Action. Ma i progressisti - loro no - non sembrano essere affatto preoccupati da interpretazioni tendenti alla strumentalizzazione e dalle elezioni alle porte, quelle valevoli per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo e Bruxelles. Il populismo dalla "mentalità chiusa" va combattuto e sconfitto, riallacciando la luce a un'Europa che - sostengono - sembra aver smarrito le ragioni del buion senso.

Nicola Zingaretti, stando a quanto scritto da Maurizio Belpietro su La Verità, ha usato l'aggettivo "meraviglioso". Semplificando un po', si può asserire che Krajewski rappresenta un'emanazione pratica del tipo di Chiesa cattolica promossa da Jorge Mario Bergoglio. La stessa che il Partito Democratico usa applaudire. Krajewski è un "bergogliano", quindi, ed era lecito aspettarsi che il Santo Padre non prendesse posizione contro il polacco creato cardinale nell'ultimo Concistoro.

Sono altri esponenti del Vaticano a essere preoccupati. Sempre La Verità, tramite un articolo a firma di Lorenzo Bertocchi, ha spiegato come il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, commentando le opere del "cardinale elettricista", abbia rimarcato la natura simbolica dell'azione, evitando di entrare troppo nello specifico. Perché il "ministro degli Esteri" - questo può essere il sottotesto - sarebbe consapevole di come l'atteggiamento di Krajewski abbia prodotto l'ennesima spaccatura in seno alla Curia di Roma. Quanto messo in campo dall'elemosiniere, per esempio, non può soddisfare coloro che, specie tra i conservatori, vorrebbero che le cose del mondo venissero lasciate al mondo. Quelli che pensano che la Chiesa cattolica non debba abbracciare la società odierna e le sue dicotomie.

Papa Francesco, però, è il primo a essere criticato per questa presunta marcia verso gli affari terreni.

Il Santo Padre, in fin dei conti, non può essere troppo severo con un cardinale che sembra aver rispettato uno dei suo mantra pastorali: la vicinanza agli "ultimi". Sempre che di "ultimi", in questo caso, si possa parlare.

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