
C’è un dato che colpisce più degli altri, nella battaglia quotidiana dell’Italia contro il coronavirus. Ed è il tasso di letalità osservato in Lombardia. La Regione guidata da Attilio Fontana si è involontariamente trovata ad essere l'epicentro dell'epidemia italiana e ne sta pagando il prezzo: 9.202 morti dall’inizio del contagio e oltre 51mila casi. Ogni dieci pazienti diagnosticati, ne muoiono due. Un'ecatombe, se si considera che l'epidemia rischia di allargarsi a Milano dove nell'ultima settimana si contano 100 morti al giorno. Tre volte sopra la media.
Molti in queste ore si stanno chiedendo come mai il tasso di letalità di Covid-19 in Lombardia sia quasi il doppio che nel resto del Paese. Innanzitutto va detto che il “tasso di letalità” si riferisce al numero di morti sul numero di malati di una certa malattia entro un tempo specificato. Uno dei problemi di questo dato, come spiegato ieri sul Giornale.it, è che è quasi sicuramente sovrastimato a causa dell'enorme numero di contagiati da coronavirus che le autorità non riescono a registrare. Secondo alcuni studi, in Italia ci sono da 1,4 a 7 milioni di persone già infette, ma asintomatiche o paucisintomatiche: il denominatore sottostimato falsa la percentuale della letalità, dunque è un dato da prendere con le pinze. Inoltre, anche il numero di decessi comunicato ogni giorno dalla Protezione Civile tende ad avere una certa instabilità, visto che non tutti i morti avvenuti in questo mese vengono certificati Covid-19. Il virus uccide, ma in molti casi nessuno se ne accorge: secondo una ricerca Istat, confrontando i decessi del 2019 con quelli del 2020, si registra nei mille Comuni analizzati un incremento del 100%. Il doppio.
Resta comunque l’anomalia lombarda. Il tasso di letalità medio in Italia è del 12,5%, mentre in Lombardia la percentuale sale al 17,9%. Cinque punti in più. Ma se si considera solo il resto delle regioni, escludendo le province lombarde, la letalità nazionale è del 9%. Dunque appena la metà di quella della Regione locomotiva del Belpaese.
Qualcuno ha provato a dare una spiegazione a questi dati, anche se ancora nessuno è in grado di metterci una mano sul fuoco. Secondo gli accademici Carlo Favero, Andrea Ichino e Aldo Rustichini uno dei motivi potrebbe nascondersi dietro la "carenza di posti in terapia intensiva rispetto alla domanda". L'analisi, pubblicata su LaVoce.info, esamina due scenari: il primo, quello attuale, in cui la Regione sconta un limite massimo di respiratori; il secondo "ipotizza invece una capacità di 3 mila posti in terapia intensiva per l'intera Regione, quindi un numero ragionevolmente superiore a quello che sarebbe stato necessario per soddisfare la domanda". Dal grafico (guarda qui) si evince che “il numero di decessi avrebbe potuto essere largamente inferiore" se ci fossero state più terapie intensive disponibili sin da subito.
Va detto che la Lombardia ha fatto una sorta di miracolo per raddoppiare in pochi giorni i letti disponibili, che a inizio emergenza erano 724. Ne è la dimostrazione il nuovo polo costruito in tempi record in Fiera. Ma è possibile che durante la prima ondata, quando l’intero Paese era impreparato, i medici siano stati costretti a scegliere a chi assegnare un respiratore e chi lasciar morire? Possibile. A dirlo non c'è solo l'ormai famoso documento della Siaarti, rivelato dal Giornale. Ma pure le dichiarazioni di alcuni medici impegnati in prima linea. La Lombardia, peraltro, è stata colta di sorpresa e ritiene di pagare anche l'incapacità del governo di rispondere nell'immediato alla crisi: sistemi di protezione arrivati in ritardo, mascherine "carta igienica", l'ospedale in Fiera quasi ostacolato. "Siamo stati investiti da uno tsunami", ha detto oggi l'assessore Gallera, accusando Conte di aver "lasciato col cerino in mano" il governatore nella gestione della Lombardia come zona arancione/rossa. "È passato ormai quasi un mese e mezzo dall’inizio dell’epidemia e sostanzialmente da Roma stiamo ricevendo delle briciole - diceva Fontana - Se noi non ci fossimo dati da fare autonomamente, avremmo chiuso gli ospedali dopo due giorni".
In generale, tutta Italia aveva una "preparedness" (capacità di fronteggiare un'emergenza) per il coronavirus inferiore ad altri Paesi Ue, dove la letalità appare più bassa. Secondo i dati Eurostat, nel 2017 la Germania vantava 6,0 posti ogni mille abitanti per la cura dei casi acuti, contro il 2,6 italiano.
Lo stesso dicasi per le terapie intensive: all’inizio della crisi Berlino poteva contare su 28mila respiratori (34 ogni 100mila persone). L'Italia solo 12 ogni 100mila. Ma c'è chi, nel governo, sembra voler scaricare le colpe solo sul sistema lombardo.
Semplicemente i contagiati sono 10 volte tanti, ma vogliamo capirlo o no ?!?!?
La gente, gli ITALIANI CIECHI E SORDI E STUPIDI devono CAPIRE che quando gli Anti-Euro come il sottoscritto parlano di IMPOVERIMENTO DEL PAESE, di TERZO-MONDO, non si riferiscono al contro in banca di qualche evasore o al numero di BMW 330d circolanti.
SI PARLA DI QUALITÀ DELLA VITA, DI BENESSERE DIFFUSO CHE GENERA QUALITÀ DELLA VITA E DEL TERRITORIO! IN ITALIA SONO ORMAI 20 ANNI CHE SI VA ALL'INDIETRO.
Morite come in una Favela brasiliana, per altro senza avere nemmeno gli anticorpi degli abitanti delle favelas brasiliane.
L'ITALIA DEVE RISORGERE E RIPRENDERE IN MANO IL PROPRIO DESTINO. Oppure morite, piano o veloce, per il virus o per chissá cos'altro, ormai basta un'alluvione estiva!
ma quelli effettivi, che nessuno sa..!! Si possono fare percentuali su dati certi, come gli abitanti..
-Pur con le dovute differenze ed attenuanti per la violenza del virus la differenza della gestione della Sanità tra Veneto e Lombardia salta agli occhi di tutti !
-Come può la Giunta Regionale fare una delibera per inserire malati covid nelle RSA per anziani come denunciato da Degani rappresentante di molte RSA dell'associazione Uneba Lombardia ?
-Fontana e Gallera ci dicano quante di queste hanno accettato visto che quasi tutte dipendono dai finanziamenti erogati dalla Regione
Considerato che i contagiati, compreso gli asintomatici sono sicuramente molto di più di quelli accertati, la percentuale è sicuramente ben più bassa.
Per una volta, ricordiamo che dalla regione lombardia sono stati trasferiti malati in terapia intensiva anche nelle altre regioni, comprese quelle del sud, e perfino in Germania.
Non c'è altra scappatoia. O in Lombardia più di una cosa non ha funzionato e lo dicono i numeri peggiori al MONDO (letalità) o se l'arrampicata è sostenere che esistono dai 1,4 a 7 positivi in Italia questo significherebbe letalità da 1,17% a 0,23%. E per questi numeri di letalità sono stato costretto a CHIUDERMI in CASA con prospettive da MORTO di FAME? Non mi torna!
"Allarme rosso per la mortalità causata dalle infezioni ospedaliere: si è passati dai 18.668 decessi del 2003 a 49.301 del 2016"
E' L'OSPEDALE DELLA MALASANITA' CHE TI AMMAZZA...
FANNO PIU' VITTIME LE STRUTTURE OSPEDALIERE CHE IL VIRUS...
ED INTANTO CON QUEI SOLDI TOLTI NEGLI ANNI ALLE STRUTTURE SANITARIE SPENSIERATI CI GIOCANO A CALCIO NELLA STAZIONE I CLANDESTINI MENTRE GLI ITALIOTI LANGUONO A CASA...
Fatica o addirittura muore d'inedia a Palermo, Roma ecc.
Non prova la minima vergogna Lei
Nessuno può chiamarsi fuori dalle responsabilità, anche perché se le dotazioni dei sanitari x proteggersi dal proprio lavoro non erano affatto sufficienti, la ricognizione delle stesse andava fatta 'forse' a fine gennaio quando si proclamó lo stato di emergenza...non è tempo di scaricarsi i barili l'un con l'altro. Chi è senza peccato...
G è la costante di gravitazione universale pari a 6,673 x 10-11 Nm2/kg2[4];
m1 è la massa del primo oggetto;
m2 è la massa del secondo oggetto;
d è la distanza fra i centri degli oggetti in esame; OPLÀ ottiene correttamente la forza gravitazionale esercitata su un oggetto, se non lo avesse dimostrato matematicamente…