Un giallo senza fine, quello di Caronia, avvolto ancora in una trama ingarbugliata di circostanze incerte e mere supposizioni. Dopo il ritrovamento del piccolo Gioele, a pochi passi dal traliccio sotto il quale è stato recuperato il cadavere di Viviana, non resta altro, purtroppo, che ricostruire la dinamica della drammatica vicenda. C'è una domanda, tra le tante, che adesso assilla gli investigatori: perché Viviana ha lasciato il cellulare a casa quel maledetto lunedì mattina, si è trattato di un gesto volontario?. "Si può dimenticare tutto, ma difficilmente il cellulare, il cui gesto è spesso deliberato e non occasionale" sostiene il professor Vincenzo M. Mastronardi, psichiatra, criminologo clinico, presidente dell'Istituto Internazionale di Scienze Criminologiche e Psicopatologico forensi.
Una tragedia annunciata?
Se Viviana abbia premeditato o meno cosa sarebbe accaduto dopo aver scavalcato il guardrail dell'A20 Messina-Palermo, sarà solo il corso delle indagini a stabilirlo. Fatto sta che la dinamica di quelle ore frenetiche in autostrada e gli elementi indiziari raccolti sinora dagli inquirenti favoriscono l'ipotesi di una circostanza annunciata per sé e il figlioletto di 4 anni. "Non possiamo prescindere da quella che è stata la dinamica dell'evento e soprattutto alcune particolarità che non possiamo trascurare così come peraltro compare da tutte le ricostruzioni fattuali e da tutte le testimonianze fin'ora disponibili", spiega il professor M. Mastronardi ai taccuini dell'Agi. Il viaggio fino a Sant'Agata Militello, l'incidente e poi l'Opel Corsa grigia abbandonata all'ingresso della galleria Pizzo Turda profilerebbero, a detta del criminologo, l'identikit di una donna fortemente vulnerabile: "Intanto il viaggio a circa 100 km di distanza e non già più vicino per comprare le scarpe al figlio come Viviana Parisi aveva detto al marito che avrebbe fatto; l'urto della sua vettura in galleria contro un altro automezzo che può aver rappresentato l'evento precipitante le decisioni già precedentemente maturate; le domande della donna, stando a quanto accertato finora, sulla 'Piramide della luce' una struttura di 30 metri, un luogo dove ogni anno a giugno si svolge il "rito della luce" che ha trasformato quell'altura a Motta d'Affermo, di fronte agli scavi dell'antica Halaesa, in una terra mistica piena di simbolismi che potrebbe rappresentare la meta mai raggiunta da Viviana che difatti ha trovato la morte a pochi chilometri di distanza. Poi - rileva Mastronardi - c'è l'intensificazione della lettura della Bibbia proprio pochi giorni prima, stando alle testimonianze; quindi la diagnosi clinica di paranoia in soggetto affetto da deliri mistici, ma soprattutto il telefonino lasciato a casa, un gesto che orma non si fa più, il cellulare è diventato qualcosa di quasi integrato, fuso, con la persona, come un abito, come pelle, e se lo si lascia a casa o altrove si sa bene che lo si sta lasciando.
Viviana affetta da ''disturbo paranoide''?
Tante le congetture sul movente che potrebbero aver indotto la 43enne a scavalcare il guardrail con in braccio il piccolo Gioele e, se fosse confermata l'ipotesi di un omicidio-suicidio, a compiere un gesto tanto estremo quanto atroce. Il professor Mastronardi non esclude la possibilità che la donna possa esser stata affetta da un disturbo paranoide: "E' solo la disamina del movente di oltre 300 casi di madri figlicide esaminati, di cui diversi casi personalmente per motivi peritali o di ricerca - dice Mastronardi - che ci concede di meglio comprendere la possibile psicodinamica a monte del drammatico caso in disamina". E cita alcuni esempi di ''delirio mistico'' (disturbo psicotico - schizofrenia paranoide) tristemente noti alle cronache internazionali: la vicenda di Shibani Mullik (27 anni, Dacca 2000), che sacrifica i suoi 2 figli alla Dea Kalì oppure Evonne Rodriguez (22 anni, 1996, Houston), che strangola il figlio di 4 anni convinta che la piccola fosse posseduta dal demonio. Per Mastronardi, due delle più attendibili ipotesi investigative del caso è proprio quella relativa alla Triade di Beck, ovvero, un disturbo che contempla una visione pessimistica di sé e del mondo circostante amplificando a dismisura ogni evento negativo financo attribuendose le responsabilità. Gli assunti, nel caso specifico di Viviana potrebbero essere stati vari: "Sono malata potrebbero togliermi la cosa che più amo al mondo, non mi resta che suicidarmi e portare con me mio figlio - oppure, ipotizza ancora l'esperto - Sono portatrice di influssi negativi, è importante che mi precipiti alla Piramide della Luce affinché anch'io riesca a vedere la luce".
C'è anche una terza ipotesi per lo psichiatra e criminologo clinico: quella del figlio da sacrificare in quanto portatore di influssi negativi, "ma questa la considererei una ipotesi realmente molto remota". Circa, invece, il ritrovamento dei resti di Gioele a 700 metri dalla madre, "potrebbe rappresentare la conseguenza di un trascinamento da parte di animali selvatici"- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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