- la Lazio ha vinto il derby di Roma, quindi tutto bene. No?
- Salvini e Calenda si schiaffeggiano a distanza come due bambini separati dalla mamma. Prima si vedono in piazza e fingono anche di stringersi la mano. Poi Carlo chiama "ragazzetto" Matteo, che risponde definendolo "ricco e viziato signore". Nel mezzo, zero contenuti.
- Spd in vantaggio sulla Cdu. Che in parole povere significa: brutte notizie per gli eredi della Merkel. Ma è anche vero che dopo un quasi ventennio di governo, è il minimo che i centro democratici tedeschi possano passare dal paradiso del cancellierato all'inferno del secondo posto.
- l'eclusiva del Giornale sulla "battuta" di Draghi a Mattarella: "Se resti tu, resto anche io". Il che significa, signori, che finalmente siamo dentro alla partita per il Quirinale. Buono spettacolo a tutti.
- Laschet piega male la scheda e mostra a tutti il voto espresso. Gaffe a parte, per fortuna ha messo la crocetta sul simbolo giusto: vi immaginate che sarebbe successo se avesse votato l'avversario?
- poliziotta no green pass sale sul palco e rivendica la libertà. Tutto bene, tranne la frase "disobbedire è un dovere", che non t'aspetti da chi indossa una divisa. Ora resta il dubbio, sincero: è da considerarsi coraggiosa o una sovversiva?
- sempre su Draghi possibile candidato al Colle, Cottarelli dice la sua. Ovvero che il premier, per quanto faccia finta di nulla, a quel posticino al Quirinale ci pensa davvero con intensità
- l'accademia della Crusca distrugge le teorie di Michela Murgia sull'uso della schwa al posto delle desinenze maschili e femminili.
Ricordate quel pezzo sulla Stampa in cui ne fece diffusamente uso? Ecco. Dice in sostanza l'istituto custode dell'italiano: “Non esistendo lo schwa nel repertorio dell’italiano standard, non vediamo alcun motivo per introdurlo”. Colpita e affondata- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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