Un regime alimentare "incompatibile con l'infanzia" stava per costare la vita a un bambino di un anno, sottoposto a una rigida dieta vegana. A poco più di dodici mesi il piccolo pesava quanto un bambino di tre mesi. Quando i nonni lo hanno portato al Fatebenefratelli di Milano è stato ricoverato d'ufficio. Ma ciò che ha sconcertato maggiormente i medici è stato il comportamento dei genitori che "si opponevano alle cure minimizzando il disagio del figlio", già affetto da "cardiopatia grave non corretta chirugicamente".
Non è la prima volta che la dieta vegana finisce sotto accusa come possibile concausa della malnutrizione di un bambino. Alcuni episodi si sono visti a Genova, Firenze e Belluno, oltre che a Monza, dove una mamma ha avuto il via libera dal giudice per consentire al figlio di assumere cibi vegani anche nella mensa scolastica, obbligando però alcune integrazioni. Integrazioni che invece non sono mai state date al bambino di Milano, che ha rischiato la vita.
"Non è un problema la scelta di forme di nutrizione diverse o inusuali, e noi certo non entriamo nel merito della decisione — ha detto Luca Bernardo, direttore della pediatria del Fatebenefratelli, al Corriere della Sera —. Ma allora il bambino, dalla nascita, deve essere accompagnato con integrazioni, nella fattispecie di calcio e di ferro".
"Il minore, nato a maggio 2015 — si legge nell’atto riportato dal Corriere — all’ingresso nel nosocomio, il 1 luglio, si presentava (…) con un peso di 5240 grammi e una lunghezza di 67,5 centimetri (...) crescita ponderale inferiore al terzo percentile, grave ipotonia, ipotrofia generalizzata, ritardo psicomotorio e calcemia ai limiti della sopravvivenza". I genitori però hanno negato fino all'ultimo quanto riscontrato dai medici, rifiutando di sottoporre il bambino ad altri accertamenti e riportandolo anzi a casa.
L'ospedale a quel punto ha informato il Pm di turno che ha chiesto alla polizia di andare a prendere il bambino a casa. Qui gli agenti hanno trovato "preparati omeopatici e siringhe (...) etichettate con nome di alimenti (...)", come si legge dagli atti. Per il bambino è stato disposto il ricovero e l'affido ai servizi sociali del Comune. Adesso il piccolo è sottoposte alle cure del San Donato.
Dopo le resistenze iniziali, anche i genitori del bambino sembrano aver capito la gravità della situazione e al termine del ricovero per lui potrebbe esserci l'affido ai nonni materni o il collocamento presso una comunità mamma-figlio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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