Marco Cappato è indagato dalla procura di Milano con l'accusa di aiuto al suicidio per la morte, in Svizzera, di dj Fabo. Il pm Tiziana Siciliano lo ha iscritto nel registro degli indagati sulla base della sua autodenuncia avvenuta ieri ai carabinieri.
Ieri pomeriggio, infatti, Cappato si è presentato alla stazione "Duomo" dei carabinieri di Milano e, come aveva promesso, si è autodenunciato per la morte del dj 39enne cieco e tetraplegico a causa di un gravissimo incidente stradale avvenuto nel 2014. "Sarà compito dello Stato - ha aggiunto - decidere se girare la testa dall’altra parte o consentirmi di difendere le mie ragioni nell’aula di un tribunale. Credo che lo Stato si debba assumere la responsabilità, di far sì che solo chi ha 10mila euro e la condizione di trasportabilità possa andare in Svizzera o altrimenti debba subire il suicidio nelle condizioni più terribili o una tortura di vita che non vorrebbe. Se ci sarà l’occasione di difendere davanti a un giudice quello che ho fatto, lo potrò fare in nome dei principi costituzionali di libertà e responsabilità fondamentali che sono più forti di un codice penale scritto in epoca fascista, dove ancora non si fa differenza tra aiutare un malato che muore per sofferenza e invece sbarazzarsi in prima persona di chi ci si vuole liberare.
Il codice penale non fa questa differenza, la Costituzione invece sì", aveva anticipato Cappato prima di entrare dai carabinieri.Ora Marco Cappato, esponente di Radicali italiani e tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni, rischia fino a 12 anni di carcere, così come prevede l’articolo 580 del codice penale italiano.
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