"Giallo", "arancione" e "rosso" I 3 colori che dobbiamo evitare

Il Comitato tecnico scientifico stila tre scenari che descrivono lo stato dell’epidemia in Italia. Cosa può accadere

"Giallo", "arancione" e "rosso" I 3 colori che dobbiamo evitare

Le istituzioni si preparano alla chiusura. Per questo governo e regioni si mobilitano e aprono a quattro scenari. Verge, giallo, arancione e rosso. Luci come di un semaforo. Flash che mettono in chiaro la situazione Covid nel Belpaese. L’allarme è scattato ieri con un boom di contagi. Erano oltre 5mila, mentre il dibattito tra allarmisti e negazionisti continua a tenere banco. Il comitato tecnico scientifico avrebbe emanato un documento. Pagine che saranno la bussola da seguire nei prossimi mesi. Da qui passano le decisioni più delicate. Un percorso fatto di lockdown, zone rosse, una fase di contenimento della malattia.

Nel primo scenario, quello giallo, quello in cui ci troviamo oggi, l’indice Rt è poco sopra l'1. Significa che il virus corre, ma è ancora gestibile. Non a caso gli ospedali sono ancora capaci di funzionare e le terapie intensive non sono per nulla intasate (almeno nella maggior parte della Penisola). In questo quadro si prevede uno stop su base oraria per bar e palestre. Anche se non dovrebbero mancare zone rosse locali. Nel secondo scenario, quello arancione, i contagi salgono. L’Rt varia tra l’1,25 e l’1,5. La parola d’ordine in questo caso è: rischio tenuta della sanità. Così si prevede la chiusura tra regioni o chiusure intraregionali. Un eventuale blocco di attività produttive con particolari situazioni di rischio. E, se necessario, zone rosse con lockdown temporanei di 2-3 settimane.

Un capitolo a parte riguarda la scuola. Si privilegerà la didattica a distanza, come l’abbiamo imparata a conoscere nei mesi più caldi della pandemia. Ciò significa anche l’obbligo di mascherina al banco per le lezioni in presenza. Poi l’ultimo scenario. Quello peggiore: il rosso. In questo caso, scrive il Sole 24 Ore, l’epidemia sarà fuori controllo e l’Rt viaggerà sopra l’1,5. Scattano criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo. Oltre alla chiusura di scuole e atenei, se ciò dovesse concretizzarsi, si potrebbe arrivare a un lockdown generalizzato con estensione e durata da definirsi.

A queste tre prospettive, a questi tre scenari, si aggiunge nel documento un quarto: il verde. Il problema e, la beffa, è che ormai questa soglia è stata superata. È alle nostre spalle. E prevede trasmissioni del virus basse, come accaduto in luglio e in agosto. Questo documento redatto dal Cts sarà sul tavolo della cabina di regia tra governo e regioni che si potrebbe riunire già nelle prossime ore in vista del prossimo Dpcm atteso il 15 ottobre. Un decreto in cui si potrebbero vedere già le prime restrizioni: dalla stretta a feste e cerimonie, stabilendo un tetto massimo di partecipanti, come già chiesto dal Cts, a restrizioni su manifestazioni in piazza e altri eventi a partire da fiere e congressi.

Nonostante il quadro sia ben chiaro, è impossibile non citare casi di aree in forte difficoltà. Zone in cui il governo è in forte ritardo. Non sono escluse nuove zone rosse locali come quella decisa dalla Regione Lazio a Latina.

In Campania, il governatore Vincenzo De Luca, minaccia il lockdown dopo i 769 casi di ieri. E proprio in Campania sono in arrivo dal commissario Arcuri 150 ventilatori per le terapie intensive. Speriamo non servano. Il semaforo Italia, intanto, è già pronto a funzionare.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica