Il giudice: "Il mausoleo di Graziani è un affronto alla democrazia"

Depositate le motivazioni della sentenza con cui vennero condannati sindaco ed assessore di Affile, paese natale di Graziani

Il giudice: "Il mausoleo di Graziani è un affronto alla democrazia"

Il mausoleo per Rodolfo Graziani è un "affronto alla democrazia del nostro Paese": è questa la ragione fondamentale indicata dai giudici che oggi hanno depositato le motivazioni della sentenza con cui lo scorso novembre furono condannati il sindaco e un assessore di Affile, il Comune in provincia di Roma dove sorge il monumento celebrativo alla memoria del gerarca fascista.

Secondo il magistrato del tribunale di Tivoli Marianna Valvo, il primo cittadino Ercole Viri e l'assessore Giampiero Peroni hanno rievocato Graziani "in una ottica di celebrazione del personaggio e di quello che ha rappresentato, nel significato delineato dalla Corte Costituzionale e dalla Cassazione, in termini tali da poter condurre alla riorganizzazione del disciolto partito fascista", che è proibita dalla legge.

Per questo entrambi gli amministratori hanno riportato una condanna a otto mesi, aggravata dal fatto che la celebrazione di quello che secondo l'Onu è stato un criminale di guerra per i suoi comportamenti nel conflitto italo-etiopico è stata sancita dal voto di approvazione della Giunta Comunale, ente istituzionale e rappresentativo della collettività.

Il fatto inoltre di aver voluto collocare il mausoleo in un luogo pubblico assai frequentato comporta il rischio "che la rievocazione costante di Graziani, celebrato qual rappresentante della ideologia

fascista, possa fare riemergere valori antidemocratici propri del regime".

All'epoca della condanna il sindaco Viri aveva parlato di una "sentenza politica" e aveva difeso la scelta di onorare Graziani, in cui vede il "più illustre dei cittadini di Affile".

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