Isis, arriva la condanna per palestinese radicalizzato: solo 4 anni

Prima condanna per Abdel Salem Napulsi, 38enne palestinese considerato appartenente alla cerchia dell’attentatore Anis Amri: l’uomo si era radicalizzato ed autoaddestrato per commettere una strage. Sconcertanti le intercettazioni ascoltate dagli inquirenti: “Bisognerebbe mettere la loro testa sul tagliere e via, e colpire e avanti un altro, tagliargli la testa e i genitali”

Isis, arriva la condanna per palestinese radicalizzato: solo 4 anni

È finalmente arrivata la condanna per Abdel Salem Napulsi, palestinese di 38 anni radicalizzato e pronto ad unirsi alle schiere dell’Isis.

Stando a quanto riferito dagli inquirenti, Napulsi faceva parte della cerchia di Anis Amri, il terrorista che il 19 dicembre del 2016 si rese autore dell’attentato di Berlino.

Le indagini degli uomini della “Direzione centrale della polizia di prevenzione”, impegnati nella lotta contro il terrorismo, si erano naturalmente concentrate sugli spostamenti di Amri, scoprendo i contatti del tunisino nella Capitale. In seguito a ciò erano scattati gli arresti e nel mese di marzo scorso gli agenti della Digos di Roma, nel corso di un’operazione denominata “Mosaico”, avevano messo in manette 5 soggetti, fra cui il 38enne palestinese.

Ad incastrare Napulsi e 4 tunisini, le numerose ed inquietanti intercettazioni che non lasciavano alcun dubbio sulle loro idee estremiste e vicine ai dettami dell’Isis. I radicalizzati parlavano degli uomini occidentali definendoli “gli infedeli” e si lasciavano andare a dichiarazioni pregne di odio.

“Bisognerebbe mettere la loro testa sul tagliere e via, e colpire e avanti un altro, tagliargli la testa e i genitali”. Questa una delle frasi ascoltate dagli inquirenti e riportata da “Il Secolo d’Italia”.

Abdel Salem Napulsi, già con precedenti per droga alle spalle, aveva ben chiaro in mente che cosa fare. Secondo il pubblico ministero Sergio Colaiocco, il 38enne stava già compiendo un percorso di autoaddestramento sul web. Si serviva della rete per istruirsi a dovere sull’uso di armi da fuoco, fra cui anche lanciarazzi. Numerossime anche le ricerche effettuate sull’oscuro Deepweb, dove il terrorista in erba cercava un modo per “acquistare mezzi di trasporto pesanti come camion o pick up idonei a montare armi da guerra”.

A compromettere definitivamente Napulsi il suo tablet personale, rinvenuto nell’abitazione romana in zona Marconi.

Oggi, dunque, la prima condanna tramite rito abbreviato.

Il giudice dell’udienza preliminare Alessandra Boffi ha riconosciuto il palestinese come colpevole del

reato di auto addestramento con finalità di terrorismo. Per lui la condanna ad una pena di 4 anni da scontare dietro le sbarre, solo successivamente il criminale verrà espulso dal nostro territorio nazionale.

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