In bilico sull’orlo di un cratere. Una posizione a dir poco "acrobatica": due zampe poggiate sulla roccia e una che punta in alto. Ma, soprattutto, un solo pannello solare esposto alla luce. Se non cambierà posizione, il lander Philae della missione Rosetta difficilmente riuscirà ad avere energia sufficiente per continuare a lavorare nei prossimi giorni.
Al momento si è anche deciso di non azionare il trapano italiano progettato per perforare la superficie della cometa. Per questo i tecnici dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) stanno pensando di raddrizzarlo, ma se il tentativo dovesse fallire si potrebbe scattare il comando per l'ibernazione. Philae entrerebbe così in un sonno dal quale lo risveglierebbe la luce quando la sua cometa, la 67/P Churyumov-Gerasimenko, si avvicinerà al Sole. Sono questi gli scenari sui quali stanno lavorando i responsabili della missione, niente affatto sorpresi da quanto sta accadendo. "Le immagini inviate da Philae dimostrano che il lander è 'vivo', è fermo e che tutti i suoi strumenti funzionano", ha detto il responsabile delle operazioni di Philae, Stephan Ulamec, nella conferenza stampa organizzata dall’Esa nel centro di controllo (Esoc) in Germania, a Darmstadt. L’emozione è ancora fortissime.
"Siamo stanchi, ma soddisfatti", ha detto il responsabile delle operazioni di Rosetta per l’Esa, Andrea Accomazzo. Nessuno di loro si illudeva che sarebbe stato facile controllare un veicolo disceso su una cometa a 500 milioni di chilometri dalla Terra, dopo un viaggio attraverso il sistema solare durato dieci anni. "È una missione che è già un successo", ha osservato il coordinatore scientifico dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Enrico Flamini. Quanto sta accadendo era stato "messo in conto" fin dalla fase di progettazione, come la capacità di pannelli solari e batterie di riattivarsi con la luce dopo un lungo sonno. Ma intanto vale la pena mettere in atto tutte le soluzioni possibili. La prima, alla quale si sta già lavorando, consiste nel raddrizzare Philae facendo perno sul suo braccio meccanico, chiamato Mupus (MUlti-PUrpose Sensors for Surface and Sub-Surface Science).
È uno dieci strumenti del lander ed era stato progettato per "spingere" contro la superficie della cometa per misurarne densità e proprietà meccaniche. In questa posizione così "scomoda" Philae è finito quando, al momento dell’atterraggio, ha trovato una resistenza maggiore del previsto e ha fatto due balzi: il primo di un chilometro e il secondo di pochi centimetri.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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