Il Tar dà ragione ai musulmani: la moschea di via dei Gladioli, a Centocelle, alla quale la Polizia Locale aveva messo i sigilli lo scorso settembre per abusi edilizi, non è abusiva e può essere riaperta.
I giudici del tribunale amministrativo regionale del Lazio hanno accolto il ricorso presentato dal centro culturale islamico “Bangladesh Italia onlus” e da Progetto Diritti, e condannato il Comune di Roma al pagamento di mille euro di spese processuali, sconfessando così l'impianto amministrativo che ha portato alla contestazione di abuso edilizio per una delle moschee più frequentate della capitale. La sentenza stabilisce, infatti, che la destinazione d'uso può essere variata da “commerciale” a “luogo di culto”, istituendo, di fatto, un precedente per la riapertura delle altre moschee chiuse per lo stesso motivo.
Dallo scorso giugno, fino al mese di novembre, decine di luoghi di culto islamici, considerati irregolari per abusi edilizi e mancato rispetto delle norme sulla sicurezza, erano stati chiusi dalla Polizia Locale in tutta la capitale. Tant’è che ad ottobre, centinaia di fedeli musulmani avevano protestato, pregando al Colosseo, contro la chiusura dei luoghi di culto considerati illegali.
Dopo mesi di proteste e manifestazioni, ora il Tar ribalta la decisione del Comune. Secondo quanto riporta il Corriere, infatti, nella sentenza i giudici del tribunale amministrativo hanno trovato “incomprensibili le ragioni che hanno condotto al rigetto della denuncia di inizio attività in sanatoria”, che era stata presentata dai responsabili del centro culturale islamico.
Dopo la sentenza del 18 gennaio quindi, altre sale preghiera, giudicate non a norma dal Comune perché ricavate in garage o ex magazzini, potrebbero riaprire i battenti. “Fa riflettere la decisione presa dal Tar che ha accolto il ricorso di un’associazione bengalese, annullando i sigilli posti in un luogo di culto aperto in un seminterrato in via dei Gladioli, zona Centocelle, perché ciò potrebbe diventare una sentenza che creerebbe dei precedenti”, ha dichiarato in una nota il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Francesco Figliomeni, in una nota.
“Considerato che la libertà di culto non è assolutamente in discussione, va approvata in merito una legge che regoli una materia così delicata, che preveda preghiere in italiano, un albo degli Imam, la tracciabilità delle risorse economiche verso le associazioni, proposte prese in esame anche da un tavolo
di confronto di poco tempo fa tra Viminale e comunità islamiche”, ha dichiarato l’esponente del partito di Giorgia Meloni, che nel 2016 presentò una mozione per chiudere le moschee e le sale preghiera non a norma, nella capitale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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