Tunisino nasconde machete e martello sotto maglione e morde carabiniere: arrestato

Tensione in via Trivulzio a Vigevano dove un 31enne tunisino, per evitare il fermo, ha aggredito i carabinieri che lo stavano disarmando. L’uomo ha, poi, provato a ferirsi da solo sbattendo la testa contro l’auto di servizio dei militari

Tunisino nasconde machete e martello sotto maglione e morde carabiniere: arrestato

Momenti di pura follia quelli vissuti nella notte tra sabato e domenica in via Trivulzio a Vigevano, località in provincia di Pavia. Per sfuggire al fermo da parte dei carabinieri, un 31enne tunisino si è scagliato contro i militari intervenuti per sedare una rissa scoppiata tra immigrati, riuscendo a ferirne uno ad un polso.

Lo straniero, al termine di una accesa lite con un altro immigrato, pensando di non essere visto ha prelevato da una fessura di un muro in costruzione un machete ed un martello e li ha nascosti sotto il maglione.

L’azione, fortunatamente, non è sfuggiva agli attenti occhi dei militari che, intuendo un imminente pericolo, hanno prontamente disarmato il nordafricano. L’extracomunitario, però, ha opposto resistenza e, nel tentativo di divincolarsi, ha morso un carabiniere al polso sinistro, provocandogli lesioni giudicate guaribili in 10 giorni.

Nonostante tutto, l’uomo non si è arreso ed ha tentato di provocarsi delle ferite dando testate contro la vettura di servizio, forse con l’intento di accusare successivamente gli uomini dell’Arma.

Dopo una colluttazione, il 31enne è stato fatto salire a bordo della vettura e condotto in caserma e al pronto soccorso. Ma il nordafricano, ormai senza più freni, ha proseguito nella sua condotta violenta anche una volta giunto al nosocomio. Qui è stato aiutato dalla moglie, una cittadina italiana di 44 anni, che per difendere il consorte ha aggredito i carabinieri venendo a sua volta denunciata.

Il tunisino è stato ammanettato con le accuse di resistenza a Pubblico ufficiale, lesioni aggravate a

Pubblico ufficiale e porto abusivo di attrezzi atti ad offendere la persona.

Dopo la convalida dell’arresto, l’immigrato è stato condotto in carcere in attesa del dibattimento che avrà luogo il prossimo 20 marzo.

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