La nave Mare Jonio, cos'è e chi la finanzia

Dalla sua creazione ai finanziamenti fino all'inchiesta. Ecco cosa c'è da sapere sulla nave Ong italiana Mediterranea Saving Humans

La nave Mare Jonio, cos'è e chi la finanzia

La Mare Jonio è la principale nave usata dall'Ong italiana Mediterranea Saving Humans. Il mezzo, a partire dal marzo del 2018, viene impiegato per le missioni nel Mediterraneo centrale volte a rintracciare i migranti partiti dalla Libia. Uno dei principali capomissione è Luca Casarini, ex attivista no global.

Storia della nave Mare Jonio

Realizzata all’inizio degli anni ’70 e utilizzata come rimorchiatore, la nave Mare Jonio nel 2018 cambia la sua funzione e si trasforma in mezzo per il recupero dei migranti in mare. La nave battente bandiera italiana e gestita dalla Mediterranea Saving Humans, ha una lunghezza di 37 metri e una larghezza di 9 metri. Al suo interno può ospitare poco più di un centinaio di persone. Prima del battesimo ufficiale, la missione del mezzo riesce ad ottenere l’appoggio di diverse organizzazioni come Arci, Ya Basta Bologna e il magazine online I Diavoli. E poi ancora imprese sociali come Moltivolti di Palermo. A darle appoggio è anche la nave Ong Sea Watch. Per finanziare l’avvio della sua attività è necessaria l’accensione di un prestito di 465mila euro ottenuto da Banca Etica e di altri 70mila euro raccolti con un crowdfunding. I garanti delle operazioni finanziarie sono Nicola Fratoianni, Erasmo Palazzotto, Rossella Muroni e Nichi Vendola.

Marzo 2019: la prima missione

La Mare Jonio entra ufficialmente nel Mediterraneo centrale per compiere la sua prima missione nel marzo del 2018. Dopo l’approvazione del primo decreto sicurezza da parte dell’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini che determina praticamente la chiusura de i porti alle navi delle Ong, la Mare Jonio è la prima nave a sfidare il contenuto di quelle norme. Si inaugura così la stagione del braccio di ferro tra le Ong e il Viminale assieme a quella delle indagini e dei processi. L’imbarcazione dopo aver navigato vicino la Libia, si presenta a ridosso delle acque italiane, vicino Lampedusa, con una cinquantina di migranti a bordo. L’intenzione è quella di entrare nel porto ma la Guardia di finanza interviene intimando l’Alt. L’equipaggio invece prosegue e approda sull’Isola. Ne consegue il sequestro del mezzo su disposizione della procura di Agrigento e l’apertura di un’indagine, chiusa però l’anno successivo.

I fermi amministrativi

Subito dopo la prima missione, la nave viene sequestrata. È il primo fermo a cui nel corso dei successivi due anni la Mare Jonio andrà incontro. L'equipaggio viola le norme previste nel primo decreto sicurezza voluto soprattutto dall'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini. Da qui il sequestro, durato fino all'aprile successivo. Mediterranea Saving Humans, con il capomissione Luca Casarini, lancia di fatto un guanto di sfida all'esecutivo gialloverde di cui Salvini è anche vice presidente del consiglio. Nel maggio 2019 la Mare Jonio è di nuovo in mare per un'altra missione, al ritorno viene posta sottosequestro.

Questa volta il fermo dura tre mesi, al termine dei quali poi l'equipaggio torna a navigare nel Mediterraneo centrale. Per questo episodio la Procura di Agrigento apre un altro fascicolo, per il quale però si procede alla richiesta di archiviazione per gli indagati (il capomissione ed armatore Giuseppe Caccia e il capitano Massimiliano Napolitano) nell'ottobre del 2021. Dopo il trasferimento di altri migranti in Italia, la Mare Jonio viene raggiunta da nuovi decreti di fermo, questa volta amministrativi, e rimane ancorata per diversi mesi. Ritorna in mare solo nella primavera del 2020 e si rende protagonista di altri sbarchi. In almeno un caso, tra i migranti portati dalla Mare Jonio ci sono anche soggetti risultati positivi al coronavirus. I fermi applicati all'imbarcazione sono visti dall'Ong Mediterranea come un mezzo per ostacolare le missioni. In realtà i provvedimenti arrivano sempre dopo accurate ispezioni da parte della Guardia Costiera.

Mare Jonio

L'inchiesta di Ragusa

Nell'estate del 2020 c'è uno sbarco in particolare destinato a diventare importante per la storia sia della Mare Jonio che di Mediterranea. È quello del 12 settembre, avvenuto nel porto siciliano di Pozzallo. Qui la nave fa approdare 27 migranti trasbordati alcuni giorni prima dal mercantile Maersk Etienne. Il primo marzo 2021 su questo approdo viene annunciata un'inchiesta da parte della procura di Ragusa. L'accusa è rivolta contro Casarini e alcuni responsabili della Idro Social Shipping, società armatrice della Mare Jonio. Secondo i magistrati dietro il trasbordo c'è un accordo preventivo con l'azienda danese proprietaria della Maersk Etienne. La lente di ingrandimento delle indagini è puntata su un bonifico da 125mila euro erogato nel novembre 2020 dai danesi a favore della Idro. Quella in corso a Ragusa è una delle indagini più importanti e delicate sul mondo delle Ong. La notizia dell'inchiesta causa una forte reazione da parte di Casarini, che si dice vittima di una macchinazione ordita ai danni di Mediterranea. L'inchiesta è ancora in corso e si potrebbero avere novità nei prossimi mesi.

Luca Casarini

La Mare Jonio nel 2021

Da quando sono in corso le indagini da parte della procura di Ragusa, la Mare Jonio nel 2021, sembra aver cambiato le modalità operative della sua missione. Ferma ormai da diversi mesi nel porto di Venezia per dei lavori di ristrutturazione e manutenzione, l’Ong italiana si manifesta molto attiva nei social. Sono infatti svariati i tweet in cui rilancia le comunicazioni di altre Ong relativamente alle missioni svolte nel mar Mediterraneo. Una presenza quotidiana e che mantiene costantemente aggiornati tutti i seguaci. Nessuna comunicazione invece circa il suo rientro in mare. Chissà se punterà tutto sulla realizzazione della Mare Jonio 2 alla quale potrebbe lasciare in eredità la missione ritirandosi.

La Mare Jonio 2

La notizia di una nuova possibile nave in dotazione all'Ong Mediterranea inizia a diffondersi nel dicembre 2020. Secondo Repubblica, in un cantiere navale tedesco si starebbe lavorando per la realizzazione della Mare Jonio 2, molto più grande di quella usata dal 2019 in poi. Si tratterebbe di un mezzo da 800mila Euro, di 72 metri di lunghezza, con un ponte di coperta di 540 metri quadrati. La Mare Jonio 2 sarebbe inoltre dotata di due gommoni da 8.60 metri a bordo, assieme ad almeno due droni, dei visori notturni e un pallone aerostatico.

Al suo interno potrebbero essere accolte fino a mille persone. Le indiscrezioni a fine 2020 parlavano di un'entrata in funzione della nuova nave entro il mese di aprile 2021. Al momento però il mezzo non ha fatto la sua comparsa nel Mediterraneo centrale.

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