La cura con gli anticorpi monoclonali nella malattia Covid-19 si arricchisce sempre di più: sono quelli che stanno sperimentando con ottimi risultati Vir Biotechnology e l'industria farmaceutica britannica GSK (GlaxoSmithKline), quest'ultima con numerose sedi in Italia.
L'anticorpo chiamato Vir-7831
In un comunicato congiunto, Vir e GSK hanno intenzione di richiedere immediatamente l'autorizzazione all'uso di emergenza negli Stati Uniti e ed in altri Paesi annunciando che il loro monoclonale riduce l'ospedalizzazione ed il rischio di morte nel trattamento precoce degli adulti con Covid-19. Lo ha stabilito un comitato indipendente di monitoraggio dei dati (Idmc) che ha valutato la Fase 3 della cura con VIR-7831 come monoterapia per il trattamento precoce di Covid-19 negli adulti ad alto rischio di ospedalizzazione. "La raccomandazione Idmc si basava su un'analisi ad interim dei dati di 583 pazienti arruolati nello studio COMET-ICE, che ha dimostrato una riduzione dell'85% dell'ospedalizzazione o della morte nei pazienti che ricevevano Vir-7831", scrivono i ricercatori.
Monoclonali "a doppia azione"
L’anticorpo monoclonale GSK da dove è stato preso? "L’anticorpo monoclonale Vir-7831, sviluppato in collaborazione con la Biotech Vir, è stato purificato dal plasma di un paziente guarito dal Sars-Cov-1. Questa è una delle sue caratteristiche peculiari perché l’anticorpo si lega ad una porzione della proteina Spike che era già presente nel Sars-Cov-1 e che è stata conservata anche nel Sar-Cov-2, cosa che fa presumere che sia una porzione del virus poco soggetta alle mutazioni. L’elevata barriera alla resistenza assieme alla capacità neutralizzante, sono le due caratteristiche che lo rendono l’unico anticorpo monoclonale a doppia azione", ha affermato in esclusiva per ilgiornale.it la Dottoressa Alessia Delli Carri, principale risorsa medica contro il Covid-19 di GSK Italia. Già detto sull'efficacia, altissima, di ridurre ospedalizzazione e morte nell'85% dei casi, questi anticorpi monoclonali sono efficaci anche contro le varianti più pericolose del virus: l'inglese, la brasiliana e la sudafricana. "Uno studio in vitro di recente pubblicazione ha dimostrato che la capacità neutralizzante del Vir-7831 viene mantenuta su tutte e tre le tipologie di varianti - ha aggiunto Delli Carri - Il fatto che il Vir-7831 si leghi ad una porzione della proteina Spike altamente conservata e al di fuori del sito maggiormente soggetto alle mutazioni, conferisce potenzialmente un’alta barriera alla resistenza".
Sperimentazione sospesa per "troppa efficacia"
Solitamente, una qualsiasi sperimentazione in ambito medico-scientifico può essere sospesa per inefficacia di risultati o eventi avversi: stavolta, però, GSK ha sospeso per "alta efficacia" la continuazione dei triasl clinici di fase 3. Come mai è avvenuta questa situazione? "Significa che i dati raccolti ad oggi sulla prima analisi ad interim su 583 pazienti hanno dimostrato una efficacia tale da far raccomandare da un comitato di revisione indipendente lo stop dell’arruolamento. Non verranno arruolati ulteriori pazienti, verranno valutati in follow-up i pazienti già arruolati fino ad oggi", ha affermato la ricercatrice. I pazienti che riceveranno le cure con questi monoclonali sono i "positivi al Covid-19 con sintomi lievi senza insufficienza respiratoria ma ad alto rischio di aggravamento per età o per patologie concomitanti. Il farmaco, per avere il suo effetto, deve essere somministrato negli stadi inziali della malattia, a pochi giorni dall’insorgenza dei sintomi".
Gli studi Comet. La fase 3 chiamata Comet-Ice (Covid-19 Monoclonal anticorpo Efficacy Trial - Intent to Care Early), cioè il programma di sviluppo completo per gli anticorpi monoclonali, include anche altre tre fasi affinché la somministrazione sia la più efficace possibile: Comet-Peak, in fase 2, viene somministrato per via endovenosa tra adulti a basso rischio con il virus; Comet-Tail, invece, è un altro studio di fase 3 che dovrebbe iniziare nel secondo trimestre del 2021 in adulti ad alto rischio per valutare se Vir-7831, somministrato per via intramuscolare, possa ridurre il ricovero o la morte a causa del Covid e, infine, Comet-Star, uno studio di fase 3 in adulti non infetti ad alto rischio per determinare se l'anticorpo monoclonale, somministrato per via intramuscolare, possa prevenire l'infezione sintomatica. In quest'ultimo caso, quindi, la terapia sarebbe preventiva per evitare l'infezione da Covid, un altro passo in avanti non da poco. "La somministrazione del Vir-7831 ad oggi è infusionale: Aifa sta definendo le linee guida per la somministrazione di questo tipo di anticorpi e al momento è prevista una somministrazione ospedaliera", ci ha detto la Dott.ssa Delli Carri.
Produzione in Italia
Come accennato all'inizio, la GSK ha numerose sedi in Italia: la storia dell'azienda, iniziata oltre un secolo fa da Verona e Siena, le due prime città dalle quali, con farmaci e vaccini, è partito lo sviluppo scientifico e industriale anche nel nostro Paese, si è via via ingrandita tant'è che adesso le sedi si trovano anche a Baranzate (Milano), Aprilia e Parma, quest'ultima è il cuore del sito produttivo dove verranno prodotti i monoclonali anti Covid-19. Nella provincia emilana sono già stati prodotti anche altri monoclonali contro gravi malattie. "Attualmente li produciamo in Italia, a Parma, dove abbiamo uno stabilimento che è il centro di eccellenza nel network produttivo di GSK per l’introduzione di nuovi farmaci - ci dice la Delli Carri - In questo stabilimento ci siamo già occupati di diversi anticorpi monoclonali innovativi come belimumab, il primo trattamento sviluppato appositamente per il Lupus, mepolizumab per l’asma grave eosinofilico e belamaf per il mieloma multiplo. Qui abbiamo anticipato le produzioni per gli studi clinici e successivamente le abbiamo industrializzate per la produzione su larga scala e l’esportazione in tutto il mondo. Se questo candidato farmaco avrà successo, è probabile che dovrà anche essere prodotto in altri stabilimenti per far fronte alla domanda ma non possiamo ancora ovviamente fare delle previsioni in materia".
Quali sono i costi. L'Italia ha da poco iniziato la cura con i monoclonali (qui il nostro pezzo) all’interno della clinica malattie Infettive San Martino di Genova sotto la direzione del professor Matteo Bassetti. Il nuovo Commissario all’emergenza, il Generale Figliuolo ha già autorizzato l’acquisto di 150 mila dosi di anticorpi: costo delle dosi 100mila euro. E questi della GSK, quanto costeranno? "È troppo presto per pensare al prezzo ma GSK ha una tradizione di sostenibilità nel ricercare prezzi che siano remunerativi del lavoro svolto e, al tempo stesso, adeguati a favorire l’accesso alla cure", dice la ricercatrice.
Monoclonali a confronto
Nel nostro giornale ci siamo già occupati dei primi monoclonali utilizzati al mondo, negli Stati Uniti, prodotti dall'azienda Ely Lilly ed i trials dell'italianissima Toscana Life Sciences appena iniziati. Si può fare un paragone tra i monoclonali GSK con quelli della Ely Lilly e di Toscana Life Sciences? "È la stessa tipologia di pazienti degli anticorpi monoclonali di Lilly ma Vir-7831 si usa in monoterapia mentre Lilly in combinazione. È presumibilmente la tipologia di pazienti simile a quella dell’anticorpo di Toscana Life Science ma, ad oggi, non è ancora in corso il loro studio sui pazienti quindi è troppo presto per dirlo". Insomma, le frecce al nostro arco per colpire definitivamente il Covid aumentano a vista d'occhio tra vaccini, monoclonali e farmaci in fase di sperimentazione.
Come ricercatrice che ha contribuito allo sviluppo di questo anticorpo, cosa si sente dire? "In questa fase molto difficile, avere la possibilità di poter contribuire a trovare soluzioni innovative è sicuramente un grande onore e un’attività in cui stiamo mettendo il massimo del nostro impegno", conclude.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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