Il carcere di Foggia balza nuovamente agli onori della cronaca per una aggressione da parte di un detenuto extracomunitario nei confronti di un agente di polizia penitenziaria. È accaduto ieri sera nell'area “protetti” dove ci sono i detenuti che non possono stare con gli altri in cella per aver commesso reati gravi o è a rischio con gli altri detenuti. Tra i “protetti” c'è chi ha collaborato con la giustizia ad esempio, o chi ha compiuto reati di natura sessuale, soprattutto pedofili.
Secondo le parole espresse in un comunicato stampa da Pasquale Montesano, il segretario generale aggiunto del sindacato di Polizia penitenziaria, Osapp e riportate da La Gazzetta del Mezzogiorno, “Il detenuto senza alcun motivo all’atto dell’apertura della cella per essere accompagnato nell'ufficio matricola con scatto fulmineo ha colpito l’agente di reparto con il piede del tavolino in dotazione, procurandogli ferita lacero contusa trattata con sei punti di sutura”.
Ma non è il primo caso nel carcere del capoluogo pugliese. Pochi mesi fa ci sono stati altri due episodi simili. Un agente è stato colpito senza nessuna motivazione a gennaio scorso. L'aggressione ha portato a 15 giorni di prognosi. Solo pochi giorni prima altri due poliziotti furono aggrediti: uno all'interno della struttura da un detenuto e un altro appena fuori dai famigliari di un altro carcerato.
Certo questi episodi fanno riflettere ancora. Sulla violenza ingiusta e subita da parte dei poliziotti che prima di indossare la divisa sono innanzitutto uomini e sulla disperazione di chi dietro le sbarre sogna la libertà
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