Jeans e felpa blu, occhi bassi, barba incolta. Innocent Oseghale si è presentato così al processo per la morte di Pamela Mastropietro, la 18enne fatta a pezzi e nascosta in due valigie.
Il 30enne nigeriano, unico imputato, si è trovato in Aula di fronte a Alessandra Verni, la madre di Pamela. "Se mi ha guardato? No, non ha le palle", ha affermato la donna dopo l'udienza.
Oseghale è rimasto immobile cinque ore. Come riporta La Verità, il presidente del collegio giudicante della Corte d'Assise di Macerata gli ha contestato il reato di omicidio aggravato da crudeltà e futili motivi, insieme a quello di vilipendio e occultamento di cadavere, spaccio di droga e violenza carnale. Ora il 30enne rischia l'ergastolo.
Sul processo aleggia un fantasma, come viene definito dal quotidiano: la mafia nigeriana. Oseghale, secondo quanto afferma un collaboratore di giustizia, è uno dei capi dei Black Cats. Anche due nigeriani coinvolti in prima battuta nell'inchiesta, Desmond Lucky e Lucky Awelima, lasciano intendere che ci sia un legame fra il 30enne e la mafia afro.
Il rapporto della Dia
E ieri, mentre era in corso il processo, è stato pubblicato il rapporto del primo semestre 2018 della Dia.
La direzione d'investigazione antimafia parla del delitto di Macerata, della droga sequestrata dopo l'uccisione di Pamela e degli arresti di nigeriani che ne sono seguiti. Dal rapporo emerge una considerazione: a Macerata si è organizzata la criminalità nigeriana.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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