Roma, poca trasparenza sulla tendopoli della Croce Rossa

Non c'è trasparenza su come vengono usati i fondi destinati alla Croce Rossa Italiana che gestisce la tendopoli di via Ramazzini, nel quartiere romano di Monteverde, dove qualche giorno fa un profugo ha spappolato la milza di una 60enne per rubarle dieci euro

Roma, poca trasparenza sulla tendopoli della Croce Rossa

Dopo l’aggressione a una 60 enne che si è ritrovata con la milza spappolata, i residenti del quartiere romano di Monteverde sono in rivolta contro la tendopoli della Croce Rossa Italiana di via Ramazzini.

Sul web, fa notare il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio, manca un’adeguata informazione sul bando di gara con cui la Croce Rossa provinciale si è aggiudicata la gara sull’accoglienza dei migranti. Non vi è trasparenza su come e perché si spendono i 2 milioni e 300mila euro stanziati dal Prefetto di Roma fino al 31 dicembre prossimo. Per i migranti si destinano 35 euro al giorno, mentre ai terremotati di Amatrice e delle altre zone colpite vanno meno di 20 euro. Ad ogni modo, la vicenda è la seguente. Prima dell’estate la Croce Rossa Italiana partecipa al bando di gara indetto dalla dirigenza della Prefettura romana e si incarica di trasferire a poco a poco, circa 450 migranti. Come luogo sceglie la sede di via Bernardino Ramazzini, la strada che costeggia il vecchio ospedale Forlanini (noto per essere il bivacco di clochard e drogati) e il San Camillo, dove ieri è morto, dopo 56 ore in pronto soccorso, un uomo affetto di cancro. Ai 450 ospiti della tendopoli viene assicurato vitto, alloggio e assistenza sanitaria.

Un servizio che costa intorno ai 16 mila euro al giorno per accudire delle persone che sono ancora in attesa di ricevere le carte in regola dal tribunale e che sono liberi di entrare e uscire dalla tendopoli come e dove vogliono. Migranti che, durante il giorno, girano tra i supermercati per chiedere l’elemosina e rovistano tra i rifiuti.

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