Roma, verso un nuovo cimitero islamico a spese dei contribuenti?

Dal V Municipio si sollevano le preoccupazioni di residenti e consiglieri che chiedono chiarezza: "Vogliamo sapere se il Campidoglio è in trattativa con la comunità islamica locale per realizzare un cimitero per soli musulmani"

Roma, verso un nuovo cimitero islamico a spese dei contribuenti?

La comunità islamica di Roma è in fermento. Ancora una volta, a guidare i fedeli, è l’istrionico imam di via Casilina. Stiamo parlando di Bachcu Dhuumcatu, presidente dell’omonima associazione attorno a cui gravitano ben 10mila musulmani. Una specie di autorità per i bengalesi di fede musulmana che affollano le vie-suk del V Municipio. Beh, in questi giorni il signor Bachcu, già noto alla stampa ed ai salotti televisivi, è tornato alla ribalta grazie ad un post Facebook. Poche righe che risalgono allo scorso 18 luglio, nelle quali accenna ad un incontro con il Campidoglio per discutere della realizzazione di un cimitero dove, “se Allah vorrà”, troveranno degna sepoltura solo i membri della Umma.

Su dove verrà realizzata l’opera, per ora, aleggia il mistero. Ed è per questo che Emiliano Corsi e Giuseppina Guadagno, entrambi consiglieri del gruppo misto in V municipio, hanno presentato un’interrogazione al minisindaco grillino Giovanni Boccuzzi per sapere se “è a conoscenza di una eventuale richiesta di autorizzazione o di una autorizzazione già concessa sul nostro territorio o sul territorio capitolino”.

La vicenda ha messo in allerta anche l’ex consigliere regionale Fabrizio Santori, oggi leader di “Difendiamo l’Italia”. Anche perché a suonare il campanello d’allarme è stata un’esponente del suo movimento, Alessandra D’Antoni, da tempo dedita al monitoraggio dei movimenti della comunità islamica del V Municipio e in prima linea contro il proliferare delle moschee abusive. La D’Antoni punta il dito sulle modalità “carbonare” con cui il Campidoglio ha gestito la cosa, un vero paradosso “considerato che la giunta 5 Stelle ha fatto dell’onestà e della partecipazione popolare la sua bandiera”.

Le fa eco Santori, secondo cui “in un momento così difficile per Roma, realizzare un cimitero islamico non è certo una priorità”. Anche perché, aggiunge, “nei cimiteri capitolini è già previsto uno spazio per le altre religioni”. E allora, si chiede l’ex consigliere, “perché reclamano un cimitero tutto loro? Forse perché non vogliono mischiarsi con i defunti di altre confessioni? Però pretendono che a pagarlo siano i contribuenti”.

Proprio così, perché stando a quanto trapelato sinora, la comunità sembrerebbe muoversi su due direttrici. Quella più dispendiosa prevede l’acquisto di un terreno di 200 ettari, probabilmente tra Anzio e Nettuno, del valore di circa due milioni di euro. A sborsare la cifra sarebbero gli stessi fedeli, attingendo dal paniere delle donazioni oppure ricorrendo ad oscuri finanziatori esteri. Mentre la realizzazione dell’opera dovrebbe gravare sull’amministrazione locale. Quella più vantaggiosa ma anche più impervia, invece, prevede che sia proprio il Campidoglio a conferire un terreno ed a mettere in campo le risorse necessarie.

“Se queste voci trovassero conferma – conclude Santori – sarebbe assurdo, prima di pensare a costruire altri cimiteri bisognerebbe liberare dal degrado quelli già esistenti, penso a quello del Verano che casca a pezzi ma anche a Prima Porta dove le tombe vengono sistematicamente razziate e profanate”.

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