Chiedete ad un siciliano cosa sia l'alta velocità, cosa ne pensa della Tav e della metropolitana leggera. Chiedete cosa sia un'autostrada di ultima generazione e cosa si intenda per binario doppio. Probabilmente non saprà rispondervi, perché tutto questo in Sicilia non esiste. L'isola è spezzata da 4 anni in due per il crollo del viadotto Himera sulla A19, l'autostrada che collega Palermo-Catania. La Sicilia non ha moderni collegamenti, non ha il doppio binario ma c'è chi fantastica sull'hyperloop tra Palermo e Catania. Il governo regionale ha recentemente stanziato 110 milioni di euro per 70 strade provinciali, che da anni sono abbandonate ma c'è il concreto rischio che questi soldi siano insufficienti per la mole di interventi da effettuare in tutta l'isola. L'ultima notizia in ordine di tempo è la situazione attuale della martoriata Sp60, nuovamente finita alla ribalta delle cronache per le condizioni in cui si trova subito dopo la pioggia. Trentaquattro maledetti chilometri da Gangi (borgo più bello d'Italia 2014) e San Mauro Castelverde, due borghi da visitare e che invece non sono collegati tra loro.
La strada sta letteralmente franando mettendo in ginocchio un intero territorio abitato da residenti, aziende agricole che animano l'economia del territorio e da quei pochi turisti che avrebbero anche il desiderio di visitare il parco delle Madonie.
Nel giorno in cui il premier Conte e il ministro dei trasporti Toninelli sono in Sicilia per verficare lo stato degli avanzamenti dei lavori sulla statale Agrigento-Caltanissetta, sorge una domanda: per quale motivo la Sicilia deve essere mortificata da strade da terzo mondo?
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