Spie russe nella missione anti-Covid? Il Copasir vuol sentire Conte

L'organo parlamentare di controllo sui servizi segreti convoca l'ex premier. Conte fu al centro degli accordi che portarono alla missione sanitaria russa sospettata di nascondere un'operazione di spionaggio sanitario

Spie russe nella missione anti-Covid? Il Copasir vuol sentire Conte

"Ma quale spionaggio? Quello dei russi fu soltanto un aiuto umanitario". Giuseppe Conte aveva provato a minimizzare, a gettare acqua sul fuoco dei sospetti. Se non altro per allontanare da sé le ombre per quello strano aiuto filantropico arrivato da Mosca nei primi mesi dell'emergenza Covid. Ma non è bastato. I dubbi che la missione russa in Italia nascondesse attività di spionaggio sanitario restano. E infatti ora il Copasir vuole vederci chiaro. Secondo quanto riferito da Italia Viva, nel corso dell'odierna riunione l'organo parlamentare di controllo sui servizi ha richiesto di audire l'ex presidente del consiglio proprio in merito ai controversi risvolti di quella spedizione.

Del resto, Conte sarebbe stato il primo protagonista dei contatti che portarono all'arrivo in Italia del contigente sanitario russo sospettato di spionaggio. A inchiodare l'ex premier alle proprie responsabilità era stata la stessa ex ministra Teresa Bellanova, che aveva rivelato il mancato coinvolgimento del governo sulla spedizione da Mosca. Secondo quanto ricostruito il 21 marzo 2020 l'allora capo del governo si sentì direttamente col presidente russo Vladimir Putin per definire i dettagli dell'operazione umanitaria. In quell'occasione il capo del Cremlino avrebbe offerto all'Italia non solo mascherine e dispositivi sanitari, ma anche la disponibilità dei suoi uomini. Da Roma riscontro positivo: affare fatto. Così, il giorno successivo, all'aeroporto militare di Pratica di Mare atterarrono le truppe russe di difesa biologica, chimica e nucleare, assieme agli scienzati che con le loro sofisticate apparecchiature hanno poi studiato il virus, raccogliendo dati e informazioni.

I dubbi sulle possibili operazioni di spionaggio si concentrano proprio attorno a quelle attività, che si svolgevano per lo più nelle stanze inaccessibili (agli italiani) del laboratorio mobile trasporato da Mosca e dotato strumentazioni satellitari per trasmettere poi le informazioni. Il Copasir con ogni probabilità intende ora domandare a Giuseppe Conte delucidazioni sui vari passaggi che portarono all'organizzazione della missione umanitaria russa. Non solo. Ci si domanda, ad esempio, se il premier fosse a conoscenza, nei dettagli, del contenuto del cargo atterrato a Pratica di Mare. E ancora: perché, a differenza di quanto accaduto con gli auti provenienti da altri Paesi, il consiglio dei ministri sarebbe stato bypassato?

Della vicenda il Copasir si era già occupato nei mesi scorsi, prima dello scoppio della crisi in Ucraina. Nella relazione annuale approvata nel febbraio scorso, il comitato parlamentare scriveva: "Secondo notizie di stampa, nel contingente militare russo inviato in supporto all'Italia nel contrasto all'emergenza sanitaria da Covid-19 nelle province di Bergamo e Brescia nel marzo-aprile del 2020, sarebbe stato presente personale dei servizi segreti russi". E ancora: "Tale vicenda è stata oggetto di una richiesta di informazioni al Dis e di richieste di chiarimenti durante le audizioni del ministro della Difesa e dei direttori dell'Aise e dell'Aisi.

Da quanto si è appreso, la missione russa si sarebbe svolta esclusivamente in abito sanitario con il compito di sanificare ospedali e residenze sanitarie assistenziali (Rsa) e il convoglio si è mosso sempre scortato da mezzi militari italiani". Ma qualcosa ancora non torna e le attuali ostilità con Mosca non fanno altro che alimentare i timori. Toccherà a Giuseppe Conte dissipare ogni dubbio.

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