Buone notizie dal Cimitero del Verano di Roma: “La tomba di Claretta Petacci è salva”. Ad annunciarlo è Alberto Indri, presidente dell’associazione no profit Campo della Memoria, che si è battuto contro pregiudizi e burocrazia all’italiana per ottenerne l’affidamento. L’epilogo arriva dopo anni di denunce e mobilitazioni, in molti hanno cercato di sollecitare l’intervento dell’Amministrazione che, però, è restata a braccia conserte limitandosi ad apporre sulla facciata del mausoleo un cartello che ne attesta il vergognoso “stato di abbandono”. Ma quel pezzo di storia italiana, condannato a crollare nell’indifferenza quasi compiaciuta di chi vorrebbe cancellare la memoria a suon di leggi e piccone, adesso è al sicuro. Grazie all’interessamento dei privati che si faranno interamente carico delle spese di ristrutturazione. Abbiamo parlato con il presidente Indri per conoscere i dettagli di questa complessa operazione di salvataggio.
Ci aveva lasciati con l’augurio che i lavori di restauro conservativo della tomba della famiglia Petacci potessero iniziare entro pochi mesi. Cosa è successo da allora?
È successo che a settembre si comincia, abbiamo finalmente ottenuto tutti i premessi necessari.
È stato difficile?
Beh, non è stato semplice. Tenga conto che ci abbiamo lavorato per ben due anni. La difficoltà principale è stata rintracciare l’ultimo erede della Petacci che si trova negli Usa. Abbiamo scoperto che vive in una roulotte e che non ha soldi per occuparsi della tomba di sua zia. Mentre per quanto riguarda Comune di Roma, Ama e Sovrintendenza delle Belle Arti non abbiamo certo trovato un ambiente collaborativo. Ma non ci siamo fatti scoraggiare.
Essendo quella di Claretta una tomba storica non dovrebbe occuparsene proprio la Sovrintendenza?
Se aspettiamo loro cade. Ha visto in che stato versano anche le altre tombe monumentali del Verano?
E per quanto riguarda quella della Petacci, in che stato è?
Un disastro. Sta crollando il soffitto e tutte le porte sono state scardinate e rotte.
Quanti soldi occorrono per rimetterla in sesto?
La ditta che si occuperà dei lavori ha preventivato una spesa di 4 mila euro.
Siete una piccola associazione. Dove avete trovato i soldi?
Abbiamo lanciato una raccolta fondi tramite il nostro sito internet dove è possibile consultare la lista delle donazioni. In meno di un mese abbiamo già raccolto la metà di quello che occorre per completare i lavori.
Si aspettava tutta questa partecipazione?
Sì, Claretta è un mito. La gente è affascinata dalla sua storia e per molti è un’eroina perché è rimasta accanto al suo uomo fino all’ultimo. La sua unica colpa fu quella di aver amato il duce.
Come mai avete deciso di “adottare” Claretta?
Perché in Italia c’è un gran bisogno di riscoprire la storia del Novecento attraverso la narrazione dei vinti e, in quest’ottica, mantenerne integre le testimonianze è essenziale.
Finiti i lavori vi fermerete?
Certo che no. Abbiamo già avviato le pratiche per adottare un’altra tomba del Verano, quella dei martiri fascisti, ma ci vorrà almeno un anno prima di ottenere i permessi. In ogni caso non abbiamo fretta, prima pensiamo a Claretta e poi inizieremo una nuova raccolta fondi.
E se passa il ddl Fiano?
Non ci interessa, continueremo a farlo.
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