Torino, parroco deposita offerte fedeli su conto svizzero, indagato

Le indagini hanno avuto inizio nel 2016, quando don Menzio ha pensato di riportare in Italia il denaro depositato in Svizzera. Le operazioni hanno insospettito i finanzieri, che hanno subito provveduto ad effettuare i dovuti controlli

Torino, parroco deposita offerte fedeli su conto svizzero, indagato

Scandalo a Torino, dove le indagini condotte dalle fiamme gialle hanno portato alla scoperta di un vero e proprio tesoro messo da parte in questi ultimi vent’anni da un uomo di chiesa. A rendere oltraggioso l’accaduto è il fatto che il denaro accumulato provenisse da offerte e donazioni di cittadini devoti, che certo non potevano immaginare di stare in realtà arricchendo il sacerdote.

A finire indagato per il reato di appropriazione indebita, don Alessandro Menzio, un tempo parroco della chiesa Gran Madre di Dio.

Accumulando le elargizioni dei fedeli, il prelato era riuscito a depositare su un conto corrente svizzero una somma da capogiro, pari a circa 2,4 milioni di euro.

Le indagini da parte degli inquirenti sono scattate nel 2016, quando Menzio, oramai prossimo a pensionarsi, ha pensato bene di riportare in Italia il denaro, prima dell’arrivo del suo sostituto.

I movimenti bancari hanno tuttavia insospettito la guardia di finanza, che ha quindi deciso di effettuare dei controlli. Controlli dai quali ha avuto avvio una vera e propria investigazione che ha richiesto l’aiuto anche dei fedeli truffati. Perché un soggetto venga indagato per appropriazione indebita, è infatti necessario che la parte lesa sporga denuncia.

Tanto il dolore per i frequentatori della parrocchia, che dal lontano 1984 riponevano tutta la loro stima e fiducia in don Menzio. C’è anche chi, in effetti, crede ancora nella buona fede del parroco e ritiene che il denaro sia stato depositato in una banca elvetica soltanto per essere ben custodito.

Il fatto che don Menzio non abbia mai prelevato alcunché dal sostanzioso conto, potrebbe dare conferma a questa convinzione.

Il denaro, tuttavia, è stato messo sotto sequestro e poi restituito alla

parrocchia sopra citata, mentre il sacerdote è finito indagato, così come suo fratello. Sta adesso alla procura della Repubblica di Torino decidere se archiviare il caso, oppure procedere con il rinvio a giudizio.

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