Trapianti, gli organi arriveranno dal cielo trasportati dai droni

In Piemonte parte la sperimentazione con il progetto Indoor promosso dalla Fondazione D.O.T. – Donazione organi e trapianti in collaborazione con il Politecnico di Torino, la Città della salute, l’Università di Torino e numerosi partner

Trapianti, gli organi arriveranno dal cielo trasportati dai droni

Gli organi arrivano dall'alto. Il futuro del trasporto del materiale biologico e degli organi per i trapianti passa dalle vie aeree.

È al via infatti il progetto Indoor ("usING Drones fOr Organ tRansplantation"), promosso dalla Fondazione D.O.T. – Donazione organi e trapianti in collaborazione con il Politecnico di Torino, la Città della salute e l’Università di Torino.

Lo scopo, rende noto l’Azienda ospedaliero -universitaria Città della salute e della scienza del capoluogo piemontese, è quello di testare l’efficacia, la sicurezza e la fattibilità dell’utilizzo di aeromobili a pilotaggio remoto, cioè i droni, nella medicina dei trapianti. L’innovazione permetterà di velocizzare il trasporto del materiale e degli organi tra le strutture ospedaliere piemontesi, preservando l’ottima qualità e la conservazione delle materie stesse. Senza contare poi la sensibile riduzione dei costi di trasporto.

Numerosi sono i partner istituzionali del progetto: il Centro nazionale trapianti, il Centro regionale trapianti, l’AOU Città della Salute, il Politecnico di Torino e l’Università degli studi della stessa città. Al loro fianco ci sono l’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, il PIC4SeR (PoliTo Interdepartmental Center for Service Robotics), la ProS3, società specializzata nella progettazione di sistemi aerei a pilotaggio remoto e Mavtech, realtà che si occupa in particolare dello sviluppo di prodotti innovativi per la sorveglianza aerea e per il supporto operativo rivolto ad applicazioni civili.

Il progetto ingegneristico sarà sviluppato grazie ad una borsa di studio bandita dalla Fondazione D.O.T a cui si prevede ne possano seguire altre da parte dell’ateneo torinese e del Politecnico.

Nel settore dei trapianti la velocità di trasporto del materiale biologico e degli organi del donatore riveste un’importanza fondamentale. «Ad ogni donazione, all'incirca 150 ogni anno in Piemonte e 1700 in Italia – afferma il professor Antonio Amoroso, coordinatore del Centro regionale trapianti della Regione Piemonte - occorre che i campioni di sangue del potenziale donatore siano consegnati nel più breve tempo possibile ai laboratori di riferimento regionali. In questo progetto ci si propone anche di mettere a punto il trasporto tramite droni dei reni da trapiantare. Questi organi, solitamente prelevati da équipe locali dei diversi ospedali del Piemonte, devono essere trasferiti direttamente ai centri di trapianto: la movimentazione di provette ed organi avviene abitualmente su gomma, con i limiti di tempo e di imprevisti dovuti al traffico. Per quanto efficienti ed efficaci questi mezzi possono presentare delle criticità e la possibilità di sperimentare nuove soluzioni di trasporto non solo apre interessanti scenari, ma rappresenta una sfida che ci sentiamo di intraprendere per aumentare la sicurezza e la qualità dei nostri e di tutti i pazienti in attesa di un trapianto».

Il dottor Giovanni La Valle, direttore generale di Città della Salute, sottolinea l’importanza della ricerca. «La nostra azienda – sono le sue parole - è la prima in Italia per numero di trapianti e varietà di programmi. Ogni settore della medicina, ed ancor di più quello dei trapianti, deve continuare a sviluppare ricerca ed innovazione. Ben vengano dunque collaborazioni con partner così accreditati per sperimentare nuove soluzioni di trasporto, oggi applicate per la medicina dei trapianti, ma che potranno avere in futuro ampi sviluppi in altri ambiti sanitari».

«Il Politecnico è tra i soci fondatori della Fondazione D.O.T – evidenzia Guido Saracco, rettore del Politecnico di Torino - e come tale è sempre in prima linea nel sostenere i suoi progetti e le sue iniziative. Nel progetto Indoor potremo dare un contributo importante in termini di know-how e di competenze dei nostri ricercatori, oltre a ribadire i valori della solidarietà e dell'importanza delle donazioni che sono alla base dell'impegno in questo campo».

Dal canto suo, il rettore dell'Università degli studi di Torino, Stefano Guena, pone l’accento sul connubio tra tecnologia e medicina, un binomio prezioso. «Indoor - dice - è un esempio eccellente di come la tecnologia, applicata al campo della medicina, costituisca un settore fondamentale per lo sviluppo. La sperimentazione che sta per partire consentirà, in un prossimo futuro, di trasportare gli organi destinati ai trapianti in modo mai così sicuro e veloce, migliorando significativamente la qualità dell'intervento sanitario e, di conseguenza, l'impatto sulla vita del paziente.

Sembra il futuro, invece è il presente: questo progetto, infatti, contribuisce al posizionamento di Torino come complesso di sinergie e reti d'avanguardia, grazie al suo sistema integrato di competenze scientifiche e tecnologie avanzate, unito ad una ormai radicata vocazione all'innovazione sociale e culturale. Questa – aggiunge Guena - è la strada che dobbiamo continuare a percorrere, con l'idea di promuovere la pubblica utilità dei saperi scientifici in tutti gli ambiti della ricerca e della formazione».

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