Finisce in manette la leader 44enne di una banda composta da sinti, accusata di aver organizzato e messo a segno coi suoi complici oltre un centinaio di furti commessi tra le province di Venezia, Padova, Verona, Rovigo, Mantova e Ferrara.
Complessivamente un bottino che supera il mezzo milione di euro e l'accusa del reato di associazione a delinquere contestata dal pubblico ministero Giorgio Gava. Ad essere arrestati, oltre a Bruna Hodorovic, questo il nome della 44enne, anche il marito di 45 anni Diego Fulle ed altri 4 familiari: in due sono invece quelli a finire agli arresti domiciliari. Coinvolto nella vicenda anche un marocchino residente a Noventa Padovana, che si occupava di spostare e rivendere la merce rubata in patria, ora accusato del reato di ricettazione.
La banda, che operava tra Cavarzere e Mestre (Venezia) ha imperversato a lungo nel nord Italia, senza tuttavia mai destare alcun sospetto. I componenti, ed in particolar modo la leader Bruna Hodorovic, mantevevano infatti un profilo basso, conducendo una insospettabile vita comune scevra da eccessi. Non solo. Vivere "ufficialmente" ai limiti della soglia di povertà aveva permesso alla Hodorovic di accedere sia al reddito di cittadinanza (un assegno di oltre 900 euro al mese, secondo quanto riportato da "Il Gazzettino") che di scalare la lista per ottenere un alloggio popolare. Una presenza fissa la sua negli uffici dei servizi sociali, secondo quanto riferito da alcuni impiegati, finalizzata a migliorare le proprie condizioni di vita, mentre nell'ombra continuava ad incrementare il suo patrimonio gestendo le attività illecite della banda di sinti. Ciò che crea ancora maggior scalpore, tuttavia, è il fatto che la donna fosse riuscita ad ottenere non solo un semplice appartamento, bensì un'intera palazzina per sè e per la sua famiglia. Sito al Passetto (località di Cavarzere), l'edificio era stato assegnato dall'Ater.
"Inoltreremo la comunicazione all'Inps, che poi valuterà se procedere con la sospensione del sussidio", riferisce il comandante del nucleo investigativo di Venezia Emanuele Leuzzi.
A far venire a galla l'intera vicenda la moglie 20enne di uno dei figli della boss, tale Patrik Hodorovic (27 anni). La giovane, madre di due bambini, ha raccontato agli inquirenti delle ripetute violenze compiute dal marito nei suoi confronti e di essere divenuta invisa al gruppo di malviventi per aver osteggiato le loro attività criminali, rifiutandosi inoltre di prenderne parte.
Grazie alla sua collaborazione, gli investigatori sono riusciti a individuare tutte le basi operative della banda ed a risalire ai colpi compiuti, ricostruendo un'organizzazione piramidale al vertice della quale stava proprio la stessa Hodorovic.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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