Rirò, vino rosso da cocktail

Un prodotto innovativo che farà storcere la bocca ai puristi dell’enologia ma che potrebbe rompere un tabù. Un rosso toscano prodotto da Barbanera (del gruppo Italian Wine Brands) pensato sia per un consumo tradizionale sia per essere il punto di contatto con il mondo dell’aperitivo, in travolgente crescita in Italia. Semplice provocazione o vera innovazione?

Rirò, vino rosso da cocktail
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L’estate sta finendo, con buona pace dei Righeira, ma c’è ancora il tempo per godersi un po’ di caldo. E per provare un modo “estivo” di godersi un vino rosso. Toscano per di più. L’idea è venuta al gruppo Italian Wine Brands. è il più grande gruppo vinicolo privato italiano e prima azienda vinicola quotata alla Borsa valori di Milano, che produce vini provenienti dalle più rinomate zone viticole d’Italia e li distribuisce su scala globale in tutti i canali di vendita. Tra le cantine acquisite recentemente dal gruppo guidato da Alessandro Mutinelli c’è Barbanera, una realtà familiare fondata nel 1938 e che ha sede alle pendici del monte Cetona, tra la Val d’Orcia e la Valdichiana, un’azienda superpremiata e che gode di una buona considerazione tra i critici, ma che con l’ingresso in IWB ha trovato una spinta verso l’innovazione di cui Rirò è il principale frutto.

Che cos’è Rirò? E’ un vino a suo modo unico nel proporsi come evoluzione scanzonata della tradizione italiana e toscana del vino rosso. Si tratta di un Rosso Toscana Igt dagli aromi semplici (frutta di bosco, fichi, uva spina, buccia di agrumi) e dal gusto fresco e beverino ma insospettabilmente “lungo” che può essere bevuto secondo tradizione, ma che può anche essere degustato freddo o con ghiaccio o addirittura essere la base per dei cocktail da aperitivo. Anzi, è stato pensato proprio per questo. Al punto che è stato lanciato nell’estate 2024 con già delle ricette suggerite (alle quali naturalmente ciascuno potrà aggiungere le proprie, secondo talento e fantasia): i più semplici Summer Rirò (Rirò, chinotto, una fetta di arancio e una foglia di menta) e Fruit Rirò (Rirò, dadi di pesca e ghiaccio) e i più complessi Passion Rirò, preparato con succo al passion fruit, vino e acqua, limone e menta, e Pink Rirò, con pompelmo rosa, vino e china Martini. Si pongono invece nella tradizione dell’aperitivo all’italiana il Bitter Rirò, in cui spiccano i sapori del lampone e arancio pestato uniti a vino, chinotto e sciroppo di zucchero, o il Cherry Rirò, che vede l’utilizzo del rabarbaro, dello sciroppo di zucchero e della ciliegia al maraschino. E chissà che a qualcuno non venga in mente di provarlo nello Spritzrirò.

L’obiettivo di Rirò è fondamentalmente fornire un’alternativa ai classici accompagnamenti alcolici dell’aperitivo all’italiana - che già prevede in alcune ricette la presenza di vini, ma solitamente spumanti o bianchi, non certo rossi - con una bevanda che metta in comunicazione il mondo tradizionale (e tradizionalista) del vino italiano con l’arte della mixology in modo moderno e coraggioso, anche a costo di scatenare gli strali dei puristi dell’enologia. “Abbiamo voluto rinnovare il concetto di vino rosso tradizionale avvicinando la Toscana, e in particolare il vino rosso, a nuove occasioni di consumo”, spiega il ceo di Italian Wine Brands Alessandro Mutinelli. Naturalmente la scelta è anche commerciale. Con Rirò il gruppo spera di intercettare parte di un mercato, quello dell’aperitivo, in continua crescita in Italia: secondo i dati NielsenIQ negli ultimi dodici mesi sono stati serviti nel nostro Paese oltre 850 milioni di aperitivi e il traguardo del miliardo non è lontano.

Italian Wine Brands nasce nel 2015 approdando direttamente in Borsa su AIM grazie al consolidamento di due importanti realtà vinicole (Giordano Vini e Provinco) e diventa così la prima società del mondo del vino italiano a essere quotata. Negli ultimi anni ha portato a termine ulteriori acquisizioni (Svinando nel 2018, Raphael Dal Bo nel 2020, Enoitalia ed Enovation Brands nel 2021 e Barbanera nel 2022), rappresentando un esempio di come la finanza industriale, abbinata a capacità e visione imprenditoriali, consenta di conquistare performance nel medio-lungo periodo.

Oggi IWB è una vera public company che conta centinaia di investitori istituzionali italiani e internazionali di primissimo livello e opera in tutti i canali (on-trade, off-trade ed on-line) esportando in oltre 80 Paesi.

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