L’angolo di Granzotto era il «pezzo» che andavo a leggere prima di ogni altro articolo. Da sempre. Non esagero se dico che ho perso un grande amico che ho «frequentato» per quasi metà della mia vita. Addio, Paolo!
Roberto Morici
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Debbo porgere le mie condoglianze al Giornale per la perdita di Paolo. Dei miei ottanta scritti pubblicati sulle pagine dei lettori, almeno una cinquantina portarono la replica di Granzotto, sempre arguta, ironica, colta, graffiante. Ricorderò sempre
le prima volta che andai a trovarlo a casa sua, alla Vanchiglia a Torino, in via Cesare Balbo, davanti al Po. Mi scrisse una corrispondenza privata invitandomi. Parlavamo del suo mestiere, del rapporto con i lettori, mi raccontava di Montanelli, di
Cervi, di Feltri... Poi rammento che due volte passai dalla redazione del Giornale del Piemonte mentre era direttore. Sempre gentilissimo. Mi colpivano di lui l’assoluta proprietà di linguaggio e la cultura storica. Un uomo retto, d’altri tempi, un giornalista
di valore, un compagno di viaggio cui ero molto affezionato. Che la terra ti sia lieve.
Andrea Danubi
Castiglione Pescaia (Grosseto)
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Sono molto triste, la sua rubrica era la prima che guardavo ogni mattina; mi mancherà molto.
Duccio Benvenuti
Siena
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Acceso il pc in ufficio, mi è venuto un colpo al cuore, e confesso anche lacrime di dispiacere forte. Non so come farò a non vedere più il Volto e Billo, e a non leggere più le sagaci, simpatiche, intelligenti risposte del carissimo Granzotto! Con la morte
nel cuore.
Giovanni «Gianni» Lodi
Milano
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Se n’è andato l’ultimo vero grande giornalista, l’ultimo vero maestro da cui avrebbero dovuto prendere consiglio i cosiddetti giornalisti che vanno per la maggiore, che non sono degni nemmeno di pulirgli le scarpe. Al di là della prosa impareggiabile,
dovrebbero a prendere l’onestà intellettuale e il rispetto della verità.
Giovanni Perinciolo
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Da lettore sin dal primo numero de Il Giornale non posso che dispiacermi e constatare che, a poco a poco, assistendo alla morte di tanti amati giornalisti anche la nostra vita si sta accorciando.
Michele Lascaro
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Tanti giornalisti «cavalli di razza» ho visto andarsene uno alla volta. Penne colte e prestigiose. Paolo Granzotto era uno di questi, faceva parte del passato, di quel passato che annoverava Montanelli, Mattei, Bartoli, Caudana, Ricciardetto, Badano,
Zincone... tutti nel mondo dei più. Quando morì il suo cagnolino pianse, ma subito si consolò con un altro che compariva nella foto della sua rubrica insieme a lui. Sono addolorato e commosso. Mi dispiace non poter leggere più i suoi articoli e le argute risposte ai lettori.
Holmert
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Se n'è andato un grande uomo, non solo un giornalista eccellente, un interprete della società di oggi, ma profondo conoscitore del passato, intelligente, arguto, raffinato e sensibile, un amico dei lettori del giornale: lascia un vuoto enorme ed incolmabile
nella sua famiglia, tra gli amici e nella cultura del nostro paese. Spero che al Giornale ci sia uno dei suoi colleghi che meglio di me possa esprimere dolore per la sua scomparsa e un ricordo della illuminata personalità di Granzotto.
Manuela Graziotti
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Caro Paolo, ora in Cielo nel quale credevi. Ti ringrazio per l’angolo di quotidiana amicizia col quale ci allietavi. Ne abbiam viste e fatte noi vecchi. Noi che abbiamo «fatto» l'Italia del dopo '45, il Pirellone, le metropolitane, le autostrade. E grazie a Dio senza sindacati tra i piedi, ma solo con la voglia di fare. Mi mancherai, ma sino a un certo punto, perché come cattolico praticante e quindi peccatore, il sottoscritto è convinto di parlare con te in questo momento. Che piaccia o no a chi crede, e a chi crede di non credere ma invece crede. In definitiva grazie Paolo per essere stato un acceso e coerente anticomunista.
Gianni Romolotti
Celle Ligure (Savona)
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Mi dispiace molto. Fu un giornalista saggio ed equilibrato. In anni bui si distinse da altri suoi colleghi inclini e sudditi al conformismo diffuso nel settore
Alessandro Vico Barone
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Ei fu. Siccome Granzotto, figliol di Gianni e di nome facea Paolo, della famiglia de Il Giornale, che ebbe in Montanelli il gran fondatore di una nobile stirpe. Or si piange un altro lutto, dopo il congedo del mite e talentuoso Mario Cervi. Lunga vita
alla famiglia di Via Negri, laddove il giornalismo fu arte e rivoluzione nel nome di un controcorrentismo pizzicante e aulico, in cui lo scherno era magia e il verbo ricamato di delizia e finezza. L’Angolo vive, e con esso ogni Stanza. Un saluto,
omaggiando e ricambiando, anni di strofe e sfavillanti letture. In alto i calici... niente pianti ma composta commozione, e chi potrà domani si legga la biografia montanelliana del vecchio Indro scritta da Granzotto, per riscoprire freschezza e comicità,
narrazione e voler bene, come un bimbo ne vuole al suo nonno, sapiente maestro di vita e di carriera, perché in fondo Indro fu per Paolo nonnastro di penna e di quotidianità, in quel «Fummo giovani soltanto allora», in cui c’è tutta la grandezza
e la poesia di un sublime rinascimento giornalesco, in cui anche Granzotto ebbe formazione e complicità, storica e gioiosa. Al journàl et al Granzotto!
Federico Bini
Bagni di Lucca
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Questa mattina, dopo aver letto l’articolo del direttore, sono andato, come di consueto, nell’ultima pagina del Giornale e ho avuto una bruttissima sorpresa: non ho visto la risposta di Paolo Granzotto ai lettori. Speriamo, mi son detto, che sia una svista
di chi ha impaginato Il Giornale; e al momento mi sono anche arrabbiato. Ma subito mi ha preso il timore che qualcosa avesse impedito al nostro Paolo di rispondere come ogni giorno. Purtroppo è stato proprio così. Mi mancheranno le sue risposte acute; mi mancherà la sua profonda cultura, che egli faceva derivare da un suo particolare calepino, a cui non ho mai creduto. Continuerò ad acquistare e a leggere il Giornale, ma dopo la morte in successione di Cervi e di Granzotto mi mancherà qualcosa, anzi molto di più di qualcosa.
Onurb
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Sono sconvolto, anche io, come molti altri, la prima cosa che leggevo era il suo Angolo. Tagliente, mai ipocrita, allergico al politicamente corretto, un maestro di vita e di giornalismo a cui avevo anche scritto privatamente e lui aveva avuto la
compiacenza di rispondermi. Un vero shock la sua improvvisa scomparsa; un altro grande che ci lascia, assieme al compianto Don Gianni Baget Bozzo, a Mario Cervi, a Dan Segre e che lasceranno un vuoto difficilmente colmabile.
DB
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Mi dispiace moltissimo per la morte di Paolo
Granzotto un grandissimo giornalista con il quale mi trovavo sempre d’accordo al 100%. I suoi commenti mi mancheranno parecchio. Nessuno come lui sapeva dare giudizi azzeccati e taglienti.Jasper
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