
Sarà capitato a molti e molte in fila, davanti al banco frigo o a uno scaffale del supermercato, di trovare in vendita cibi con la dicitura “iperproteico” o “con proteine aggiunte” o simili. Capita perfino con alimenti come latte o yogurt che, all’origine, sono di per sé ricchi di proteine. E quindi di fronte a questa situazione, alcuni interrogativi sono d’obbligo. Per esempio: è proprio necessario aggiungere ulteriori proteine a cibi che già ne contengono?
Il fenomeno della “corsa” alle proteine
Il mondo di oggi, dal punto di vista dell’alimentazione, è complicato. Da un lato si hanno gli strumenti tecnici e scientifici per poter comprendere cosa faccia bene e cosa no - anche in natura - dall’altro esiste una pluralità di alimenti in commercio che cerca di soddisfare anche una richiesta, sebbene essa sia mossa talvolta da luoghi comuni o falsi miti, oppure anche da spinte sociali (e social).
I social network hanno un ruolo fondamentale in questo fenomeno, che vede influencer insistere sull’apporto proteico quotidiano, senza avere basi tecniche o scientifiche per questi proclami. Senza contare alcuni eccessi che si possono presentare tra chi si esercita con il fitness, che per chi non pratica attività agonistica, potrebbe tranquillamente ridursi a esercizio fisico periodico (anche quotidiano se c’è voglia o necessità), e un’alimentazione sana ed equilibrata, possibilmente grazie a un piano alimentare stilato da un nutrizionista.
A cosa servono le proteine e quante ne servono
Le proteine sono una sostanza necessaria all’organismo, perché aiutano a mantenere la massa muscolare e sono funzionali al sistema immunitario. Come riporta però The Conversation, non c’è accordo scientifico sulla quantità giusta di proteine da immettere quotidianamente nel proprio organismo, che va secondo alcuni da 0,75 grammi per ogni chilogrammo di peso corporeo, secondo altri da 1,2-1,6 grammi per ogni chilo di peso corporeo. Inoltre può darsi che l’apporto proteico necessario per alcune persone sia maggiore, per esempio per chi in convalescenza da una malattia o, come accennato, di sportivi a livello agonistico.
Ma se escludiamo eccezioni - a livello ideale vagliate da un medico - il fabbisogno proteico, all’interno di una dieta sana potrebbe di per sé essere introdotto in maniera assolutamente naturale, attraverso l’ingestione di cibi come cereali integrali frutta secca, semi, latte, uova e legumi, oltre che naturalmente, per chi li prevede nella propria dieta, carni e pesci.
I rischi degli alimenti iperproteici
Come detto, nella vendita della grande distribuzione, esistono diversi prodotti che sull’etichetta riportano la dicitura “arricchito con proteine”. Tuttavia le etichette andrebbero lette in toto, poiché insieme con le proteine, è possibile che questi alimenti possano essere arricchiti anche con altre sostanze con cui sarebbe meglio non esagerare, oppure carenti in altre sostanze che invece sono necessarie e importanti.
Uno di questi alimenti è appunto il latte con i suoi derivati (come lo yogurt). Il latte iperproteico viene prodotto deidratando la bevanda all’origine e aggiungendo latte in polvere: c’è in esso il doppio delle proteine del latte normale, ma poi non giova altrettanto sul fronte di altre funzioni, come appunto l’idratazione dell’organismo (con influenze varie, dalla pelle alla funzionalità dell’intestino).
Diverso il discorso delle barrette ai cereali o della cioccolata iperproteica, che possono contenere zuccheri nascosti, come accade comunemente a molti cibi iperprocessati, il cui abuso è legato a condizioni croniche come malattie cardiovascolari o diabete.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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