
La pressione su Taiwan continua a crescere. La Cina ha incrementato le proprie esercitazioni militari nel Mar Cinese Meridionale, mentre le navi da guerra e gli aerei del Dragone continuano a muoversi intorno all'isola. Per compensare la crescente disparità con l'esercito cinese, e in attesa di capire se gli Stati Uniti di Donald Trump continueranno a fornire il loro sostegno, Taipei sta prendendo spunto dall'uso di capacità di guerra asimmetrica da parte dell'Ucraina. Non mancano tuttavia importanti sfide da superare, come le supply chain della Difesa da migliorare, i problemi di bilancio e l'ombra, sempre più lunga, delle spie straniere.
Armi e bilanci: le mosse di Taiwan
Innanzitutto Taiwan non può ancora produrre in serie sistemi autonomi chiave che potrebbero aiutarla a superare un conflitto prolungato con Pechino. L'isola realizza molti dei componenti utilizzati negli armamenti avanzati, come i microchip, ma deve investire di più nelle aziende locali per espandere la propria capacità produttiva. Ou Si Fu, vicedirettore generale dell'Institute for National Defense and Security Research (INDSR), il ramo di ricerca del ministero della Difesa di Taipei, non ha dubbi in merito: "Sebbene produciamo i nostri droni militari e civili avanzati, dipendiamo ancora in parte dall'acquisizione di sistemi di fabbricazione estera poiché non abbiamo economie di scala, quindi siamo ancora lontani dalla capacità di produzione di massa".
Ecco il primo nodo spinoso dell'isola, come evidenziato dal quotidiano nipponico Japan Times: le linee di rifornimento internazionali potrebbero essere interrotte in caso di conflitto con Pechino, costringendo il governo guidato da William Lai a fare affidamento principalmente su armi e sistemi nazionali. Taiwan produce diversi droni di sorveglianza, acquisizione di obiettivi e attacco all'avanguardia, ma è costretta ad importare tecnologie fondamentali come batterie, motori e pezzi di ricambio. C'è da poi da tenere in considerazione i ritardi nella consegna di equipaggiamenti americani essenziali. Secondo INDSR, l'arretrato delle vendite di armi degli Stati Uniti è stimato in 21,95 miliardi di dollari, 8,4 miliardi dei quali per potenziare capacità asimmetriche.
Difendersi da Pechino
Taiwan sta dunque cercando di incrementare la produzione autoctona di droni ma anche di missili e mine marine. La Marina dell'isola ha persino creato una nuova flottiglia per la guerra con mine che dovrebbe aiutarla a contrastare i tentativi di sbarco anfibio cinese, utilizzando una combinazione di mine intelligenti più vecchie e avanzate. In ogni caso, al netto di tutto, Taipei è alle prese con l'impasse politica nella sua legislatura, una situazione che ha limitato la capacità del governo locale di aumentare la spesa per la difesa.
A complicare ulteriormente i piani di Lai troviamo anche l'"allarme spie". Negli ultimi mesi diversi ufficiali militari in servizio e in congedo sono stati accusati di aver effettuato spionaggio per conto di Pechino. Il ministro della Difesa, Wellington Koo, ha minimizzato l'utilità dei segreti missilistici divulgati alla Cina da due ufficiali dell'Aeronautica.
In una recente audizione parlamentare tenuta a Taipei, Koo ha spiegato che le informazioni classificate relative all'addestramento e all'utilizzo dei missili autoctoni Hsiung Feng III hanno "una limitata utilità pratica", dal momento che si tratta perlopiù di documenti accademici. L'allerta resta elevatissima.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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