Missili a lungo raggio e Cina nel mirino: la mossa che cambia gli equilibri del Pacifico

Tokyo trasporterà missili a lungo raggio sull'isola di Kyushu come parte degli sforzi per acquisire "capacità di contrattacco" per colpire obiettivi nemici in caso di emergenza

Missili a lungo raggio e Cina nel mirino: la mossa che cambia gli equilibri del Pacifico
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Il Giappone sta pianificando di piazzare missili a lungo raggio sull'isola meridionale di Kyushu per rafforzare le proprie difese. Il motivo di questa mossa? Duplice: da un lato ha influito l'ancora poco chiara posizione dell'amministrazione Trump nei confronti dei partner asiatici, i quali temono di non poter più contare sull'ombrello difensivo degli Usa; dall'altro hanno pesato le crescenti tensioni regionali. Tokyo ha quindi pensato bene di muoversi in anticipo per posizionare i suoi missili in un'area strategica del Paese (non distante da Taiwan), così da lanciare un chiaro messaggio all'indirizzo di Cina e Corea del Nord.

I missili del Giappone

Secondo quanto riportato da Kyodo News, il Giappone trasporterà missili a lungo raggio sull'isola di Kyushu come parte degli sforzi per acquisire "capacità di contrattacco" per colpire obiettivi nemici in caso di emergenza. L'implementazione dei suddetti missili, che dovrebbe terminare nel marzo 2026, è volta a rafforzare la sicurezza dell'arcipelago sud-occidentale di Nansei qualora Taiwan dovesse essere attaccata dalla Cina o finire al centro di un conflitto.

Mentre i residenti locali temono di poter essere presi di mira da attacchi nemici, le autorità giapponesi stanno valutando i possibili siti di dispiegamento. Tra le ipotesi troviamo le guarnigioni del reggimento missilistico terra-nave della Forza di autodifesa terrestre a Yufu, nella prefettura di Oita, e nella città di Kumamoto. Improbabile, invece, che possa essere utilizzata come sito di spiegamento la prefettura insulare meridionale di Okinawa, molto più vicina alla Cina continentale, in quanto una decisione del genere potrebbe aumentare le tensioni con Pechino.

In ogni caso i missili da schierare sono una versione potenziata del missile guidato terra-nave Type 12 della GSDF, con una gittata estesa di 1.000 chilometri. Lo schieramento a Kyushu metterebbe nel raggio d'azione degli stessi missili le zone costiere della Corea del Nord e della Cina.

La mossa di Tokyo

"Dato che la minaccia proveniente da Cina e Corea del Nord è in aumento, è naturale che il Giappone la contrasti con sistemi d'arma più efficaci", ha dichiarato Yoichi Shimada, professore emerito presso la Fukui Prefectural University, al Guardian. "Penso che il Giappone dovrebbe adottare rapidamente misure come l'impiego di missili a lungo raggio per sviluppare una sicurezza più solida", ha aggiunto l'esperto. Tokyo deve infatti proteggersi dalle eventuali minacce militari portate da Cina e Corea del Nord, ma deve anche capire come far fronte a una ipotetica crisi a Taiwan.

La situazione è ancora più complessa dal momento Donald Trump si è lamentato del fatto che il trattato di sicurezza tra Giappone e Stati Uniti non sarebbe reciproco. "Abbiamo un ottimo rapporto con il Giappone. Ma abbiamo un accordo interessante per cui noi dobbiamo proteggerli, ma loro non devono proteggere noi", ha dichiarato poche settimane fa il presidente statunitense.

Ricordiamo che il trattato di mutua sicurezza tra i due Paesi fu firmato per la prima volta nel 1951, quando il Giappone era ancora occupato dalle forze statunitensi. La capacità di Tokyo di intraprendere azioni militari è tra l'altro limitata dall'articolo pacifista 9 della sua costituzione, che gli fu di fatto imposto da Washington al termine della Seconda guerra mondiale.

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