Navi da guerra Usa e giapponesi nell'"enclave cinese". La base che cambia gli equilibri asiatici

Questi movimenti assumono un'importanza rilevante perché gli attori coinvolti coincidono con Cina, Stati Uniti e Giappone. E poi perché il sito interessato è la base di Ream, un crocevia di navi militari di più Paesi

Navi da guerra Usa e giapponesi nell'"enclave cinese". La base che cambia gli equilibri asiatici
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Riflettori puntati sulla base militare di Ream, in Cambogia, dove da mesi si registrano arrivi e partenze di navi da guerra di molteplici Paesi. Questi movimenti assumono un'importanza rilevante perché, in primis, gli attori coinvolti coincidono con la Cina, uno dei principali partner del governo cambogiano, gli Stati Uniti e, in ultima battuta, il Giappone. E poi perché la struttura di Ream, strategicamente situata vicino all’ingresso del Golfo della Thailandia, è stata allargata con lavori realizzati grazie all'assistenza economica di Pechino. Non è un caso che il governo Usa abbia più volte espresso la sua preoccupazione per il fatto che il sito potrebbe trasformarsi in una sorta di "enclave ufficioso" per la Marina cinese. Ma che cosa è successo nella base navale di Ream?

Navi da guerra giapponesi in Cambogia

L'influente ex primo ministro della Cambogia, Hun Sen, ha dichiarato che al Giappone saranno concessi i diritti di visita alla base navale di Ream, proprio la stessa struttura che gli Stati Uniti temono possa presto trasformarsi in un avamposto militare cinese. Hun Sen, attuale presidente del Senato cambogiano, ha annunciato la decisione di concedere l'accesso del sito a Tokyo, ferreo alleato degli Stati Uniti, durante una visita di Akiba Takeo, consigliere giapponese per la sicurezza nazionale.

Ancora estremamente influente sulla politica cambogiana dopo aver passato la guida del governo a suo figlio Manet, il signor Sen ha pubblicato sulla sua pagina Facebook le immagini dell’incontro con l'ospite, elogiando nella circostanza il ruolo nella regione del Giappone, definito "un buon partner" della Cambogia. Pochi giorni prima, una nave da guerra americana aveva attraccato nella città portuale meridionale di Sihanoukville, a pochi chilometri da Ream, nel primo scalo militare americano nel territorio controllato da uno dei più stretti alleati regionali di Pechino, da otto anni a questa parte.

La base navale di Ream

Le navi militari cinesi ruotano attraverso Ream da quando è iniziato un ammodernamento finanziato da Pechino, nel giugno 2022. L’intelligence statunitense sostiene che questi lavori siano propedeutici alla realizzazione di un avamposto fisso, in loco, per la Marina cinese. Le autorità di Phnom Penh, da parte loro, hanno sempre negato di aver firmato un accordo segreto con la Cina. Di recente, tuttavia, il governo cambogiano ha offerto nuove rassicurazioni a Washington.

Non solo: il vicepremier cambogiano Sun Chanthol ha partecipato lo scorso primo ottobre a una conferenza organizzata dal think tank Center for strategic and international studies (Csis), durante la quale ha dichiarato che una volta completata la base potrà ospitare anche navi militari statunitensi. Lunedì 16 dicembre, inoltre, come detto la Cambogia ha accolto in visita a Sihanoukville la fregata di classe Independence Uss Savannah. E non è da escludere che Phnom Penh possa estendere nuovi e ulteriori simili inviti agli Usa e ad altre potenze regionali. Come il Giappone, appunto, e tanti altri player asiatici. In un gioco di equilibri sempre più sottili.

Anche se il porto di Ream non sarà utilizzato esclusivamente e permanentemente per far stazionare le forze cinesi in loco, il semplice ed eventuale

ottenimento di un regolare accesso al sito da parte dei mezzi di Pechino potrebbe avere implicazioni per le operazioni militari legate alla disputa del Mar Cinese Meridionale tra la Cina e i suoi rivali del Sud-Est asiatico.

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