Il nuovo "scudo militare" di Taiwan da 10 miliardi: il piano per resistere a Pechino

Le autorità taiwanesi sarebbero attualmente in trattative con Washington per acquistare un nuovo pacchetto di armi di un valore compreso tra i 7 e i 10 miliardi di dollari

Il nuovo "scudo militare" di Taiwan da 10 miliardi: il piano per resistere a Pechino
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L'asse tra Taiwan e gli Stati Uniti è sempre più caldo. La crescente pressione militare di Pechino ha spinto l'isola, governata da William Lai del Partito Democratico Progressista, ad incrementare gli investimenti nel settore della Difesa. La spesa di Taipei in affari militari, con il chiaro obiettivo di scoraggiare un'eventuale offensiva cinese, è arrivata oggi a comprendere circa il 2,5% del pil. Non solo: il governo taiwanese starebbe valutando un accordo con Washington per acquistare un pacchetto di armi dal valore di circa 10 miliardi di dollari nel tentativo di ingraziarsi l'amministrazione Usa guidata da Donald Trump.

La mossa di Taiwan

Secondo quanto riportato da Reuters, le autorità taiwanesi sarebbero attualmente in trattative con Washington per acquistare armi di un valore compreso tra i 7 e i 10 miliardi di dollari. "Sarei molto sorpreso se(la somma) fosse inferiore a 8 miliardi di dollari. Ipotizzo tra i 7 e i 10 miliardi di dollari", ha spiegato una fonte anonima, aggiungendo che l'accordo includerebbe razzi High Mobility Artillery Rocket Systems (HIMARS) e missili da crociera per la difesa costiera. Anche se Washington non mantiene legami diplomatici ufficiali con Taipei, gli Usa sono la principale fonte di armamenti stranieri di Taiwan. Non solo: la prima amministrazione Trump aveva iniziato ad approvare queste vendite con maggiore regolarità, compresi articoli di valore elevato come i caccia F-16 potenziati.

Nessun commento da parte del ministero della Difesa dell'isola: "Tutti gli armamenti e le attrezzature che possono raggiungere tali obiettivi per la costruzione dell'esercito sono elencati come obiettivi di gara". Ricordiamo che Taiwan ha ricevuto la sua prima spedizione di unità HIMARS nel novembre 2024, ordinate nel 2020 durante il primo mandato di Trump. A dicembre è seguito il lotto iniziale di 38 carri armati M1A2T Abrams, scelti tra i 108 approvati dal Congresso per la vendita nel 2019. Nel frattempo il comandante militare statunitense in capo nell'Indo-Pacifico, l'ammiraglio Samuel Paparo, ha avvertito che le esercitazioni militari cinesi attorno a Taiwan potrebbero essere in realtà "prove" per un futuro attacco all'isola.

La pressione di Pechino

Negli ultimi giorni Taipei ha riferito, non a caso, di aver tracciato 36 aerei e 7 navi militari cinesi impegnati in attività intorno all'isola nell'arco delle 24 ore fino alle 6 locali. In base a quanto spiegato in una nota, 33 jet hanno attraversato la linea media dello Stretto di Taiwan e sono entrati nell'area di identificazione di difesa aerea (Adiz) ad ampio raggio. Le forze armate dell'isola, come da protocollo, hanno mobilitato unità di Aeronautica e Marina, nonché i sistemi di difesa terrestri, "monitorando la situazione e rispondendo di conseguenza". La Cina ha aumentato negli ultimi giorni la sua pressione sull'isola, considerata una parte "inalienabile" e "sacra" del suo territorio da riunificare anche con la forza, se necessario.

La contromossa di William Lai? Cercare, in qualche modo, di entrare nelle grazie dell'amministrazione Trump, trattando con i suoi funzionari l'acquisto di armamenti e mezzi militari. In attesa del nuovo pacchetto, il think tank Cato Institute ha fatto presente che rimane ancora un grande arretrato di vendite di armi che gli Stati Uniti devono spedire a Taiwan.

Un arretrato, pare, valutato circa 21,95 miliardi di dollari, e per lo più composto da armi tradizionali come carri armati e aerei. Basterà tutto questo per scoraggiare Pechino dal compiere mosse azzardate?

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