Sviluppare reattori nucleari galleggianti nel Mar Cinese Meridionale per rafforzare le rivendicazioni marittime all’interno della regione: è questo il piano che starebbe portando avanti la Cina e che preoccupa l’esercito americano. Già, perché mentre i resoconti dei media cinesi descrivono le citate piattaforme nucleari marine come "piccoli impianti all'interno di navi" che fungerebbero da "banche di energia" mobili in mare per strutture fisse e altre imbarcazioni, gli analisti statunitensi sostengono che l’intero progetto aumenterebbe le tensioni con i Paesi dell’area, e porrebbe seri rischi all’ambiente. Oltre va da sé, ad alimentare l’ipotesi che il Dragone possa in qualche modo sfruttare il tutto per fini militari.
Il progetto nucleare della Cina
Pechino, come spiegato dal South China Morning Post, aveva sospeso il progetto un anno fa a causa di problemi di sicurezza ed efficacia. Adesso, ha sottolineato il sito Voa News, la Cina sembrerebbe esser tornata sui suoi passi. Il comandante uscente del Comando Indo-Pacifico degli Stati Uniti e vari funzionari del Dipartimento di Stato hanno infatti riferito che il Dragone starebbe costruendo reattori galleggianti per fornire energia alle isole contese.
Il vicedirettore generale del Consiglio di sicurezza nazionale delle Filippine, Jonathan Malaya, ha ad esempio affermato che il gigante asiatico utilizzerà il tutto per alimentare le basi militari che ha costruito su isole artificiali, comprese quelle dislocate all'interno della zona economica esclusiva di Manila (tra Cina e Filippine i rapporti sono tesi da mesi). Detto altrimenti: per gran parte dei governi del sud-est asiatico e per gli Usa, i fantomatici impianti nucleari cinesi militarizzerebbero ulteriormente le aree contese del Mar Cinese Meridionale.
Ricordiamo che Pechino rivendica il controllo su quasi tutto il Mar Cinese Meridionale, e che sono in corso dispute marittime (alcune particolarmente accese) con Brunei, Indonesia, Malesia, Filippine, Taiwan e Vietnam. E che la Cina ha già costruito isole artificiali con piste aeroportuali per rafforzare le sue pretese.
Regione di fuoco
A detta di vari esperti, i reattori galleggianti di Pechino non solo rafforzerebbero la presenza militare del Dragone nell'area, ma fornirebbero anche una scusa per estenderne la portata attraverso azioni di sicurezza. C’è poi da menzionare la questione ambientale: il rischio di ipotetiche fughe radioattive è da tenere in considerazione. Come se non bastasse, in caso di guerra i reattori galleggianti potrebbero diventare anche obiettivi militari.
La Cina, intanto, ha schierato radar, missili antinave e antiaerei e aerei da combattimento, tra le altre armi, sui territori contesi di Mischief Reef, Subi Reef e Fiery Cross, le tre più grandi isole artificiali delle Isole Spratly. E Richard Fisher, membro senior dell'International Assessment and Strategy Center, sostiene che le centrali nucleari galleggianti potrebbero un giorno estendere le capacità belliche della Cina.
"Se fossero protette, queste centrali nucleari potrebbero anche potenzialmente alimentare futuri dispositivi di armi energetiche", ha detto Fisher.
"Le armi laser che potrebbero abbattere missili e aerei o armi a microonde molto potenti potrebbero anche disabilitare missili e aerei che si mettessero nel loro raggio d'azione", ha quindi aggiunto l'analista.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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