
Da quando Xi Jinping è diventato presidente della Cina, nel 2013, Pechino ha rivoluzionato le proprie forze armate. Le ha potenziate, o meglio modernizzate, ristrutturate, tirate a lucido per tenere testa agli Stati Uniti nel Pacifico. La grande riforma militare avviata dal leader cinese è proseguita di pari passo con l'incremento della produzione di mezzi militari all'avanguardia e con il reclutamento di soldati. I cantieri navali lavorano in maniera incessante. Sull'isola di Changxing, alla foce dello Yangtze, a nord di Shanghai, le sagome di fregate e corvette si moltiplicano accanto a quelle di semplici navi cargo. A Wuhan vengono assemblati i sottomarini, mentre vicino ai principali porti nordorientali di Huludao e Dalian, e a Guangzhou a sud, appaiono altre lunghe imbarcazioni. Nelle aree desertiche della Mongolia Interna e nello Xinjiang, intanto, i satelliti hanno immortalato strane strutture di addestramento. Le ambizioni di Xi sono tuttavia ostacolate da due nodi spinosi: la carenza di giovani qualificati e l'inesperienza del suo esercito...
Il rafforzamento dell'esercito cinese
I media cinesi celebrano sempre più spesso l'arrivo di nuovi mezzi militari. Uno degli ultimi casi è coinciso con l'avvento della nave d'assalto anfibia lunga 260 metri varata il 27 dicembre 2024, capace di trasportare elicotteri e di schierare droni da combattimento grazie a un sistema di catapulte elettromagnetiche. Certo, dotata di 11 portaerei, la Marina degli Stati Uniti rimane la flotta leader al mondo in termini di tonnellaggio, ma non più in termini di numero di navi. L'esercito cinese può infatti vantare 370 navi da combattimento, rispetto alle 297 degli Usa, nonostante vi sia ancora un gap evidente tra le due super potenze globali.
In ogni caso, la Cina è "l'unico Paese che ha l'intento di rimodellare l'ordine internazionale, sia, sempre di più, il potere economico, diplomatico, militare e tecnologico per farlo", si poteva già leggere nella National Defense Strategy of The United States of America del 2022. Insomma, il ritmo di sviluppo dell'esercito cinese rappresenta la principale "sfida" contro la quale il Pentagono è chiamato a fare i conti. Per Pechino, invece, questo rafforzamento militare è in linea con la sua ambizione di diventare una "potenza leader" prima che il Paese compia 100 anni, nel 2049. Xi ha fissato l'obiettivo di ottenere esercito "modernizzato" entro il 2035 e uno di "livello mondiale" entro la metà del secolo.
Lo sprint di Xi
Il quotidiano francese Le Monde ha sintetizzato gli ultimi sviluppi militari degni di nota conseguiti dall'esercito cinese. Detto del numero di navi, in ambito marittimo Pechino punterebbe secondo alcune indiscrezioni a dotare la propria Marina di sei portaerei entro il 2035. Nel campo dell'aviazione, la Cina è già l'unico Paese insieme agli Stati Uniti ad avere due tipi di caccia stealth. E ancora: lo scorso settembre il Dragone ha testato un missile balistico intercontinentale, il primo dal 1980, mentre il dipartimento della Difesa degli Usa stima che l'arsenale nucleare dei cinesi sia formato da circa 600 testate. E non è finita qui perché il Financial Times ha recentemente dato notizia dei lavori di costruzione di un complesso militare più grande del Pentagono nei pressi di Pechino.
Se, da un lato, la Cina sta sfornando nuovi mezzi militari a getto pressoché continuo, dall'altro Pechino deve tuttavia fare i conti con alcuni "ostacoli umani". Le navi e gli aerei devono infatti essere pilotati da militari qualificati e preparati. "Dal più giovane al più esperto, tutti i marinai devono essere altamente qualificati. Gli ufficiali devono anche essere in grado di comandare navi con un numero di marinai che va da poche decine a diverse migliaia per le portaerei.
Ciò pone problemi di comando e richiede un'esperienza che la Cina non ha ancora", ha spiegato Marc Julienne, direttore dell'Asia Center presso l'Istituto francese per le relazioni internazionali. Un problema non proprio da poco per Pechino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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