
Lo chiamano il "THAAD cinese", in riferimento al Terminal High Altitude Area Defense, il sistema avanzato di difesa missilistica progettato dagli Stati Uniti per intercettare e distruggere missili balistici nemici. Lo scudo di Pechino si chiama HQ-19 e il suo compito è quello di proteggere il Dragone dalle armi ipersoniche e dalle minacce nucleari. Dopo ben 14 anni di test il jolly della Cina non è ancora stato ufficialmente schierato ed è ancora in fase di test, ma mancherebbe ormai poco per la definitiva e ufficiale fumata bianca. Da quel che fin qui è emerso, l'HQ-19 - noto anche come Red Flag-19 - sarebbe in grado di intercettare minacce oltre l'atmosfera, così come quelle che si muovono a velocità ipersoniche all'interno di essa.
Cosa sappiamo dell'HQ-19
La Cina utilizzerà l'HQ-19 per difendere il proprio territorio contro i missili balistici che, ricordiamolo, possono essere armati anche con testate nucleari. Sviluppato dall'aeronautica militare cinese, proprio come il THAAD degli Usa il sistema cinese impiega una tecnologia "hit-to-kill". Entrambi utilizzano l'energia cinetica (e non una testata esplosiva) per distruggere i bersagli e sono focalizzati sul contrasto ai missili balistici a corto e medio raggio. Pechino non ha rilasciato le specifiche per questo sistema, che dovrebbe comunque essere costituito da una combinazione di radar e missili per rilevare, tracciare e intercettare i bersagli.
Sebbene il THAAD possa intercettare bersagli a una distanza di circa 200 chilometri e a un'altitudine massima di 150, alcuni analisti affermano che la gittata massima e l'altitudine dell'HQ-19 potrebbero essere superiori a quelle del sistema americano. A gennaio, la rivista militare cinese Weapons Engineering Technology ha suggerito che l'altitudine massima del gioiellino cinese possa essere di 500-600 chilometri. Questo perché la sua velocità di avvicinamento, ovvero la velocità relativa alla quale la distanza tra l'intercettore e il suo bersaglio diminuisce, sarebbe "molto più rapida" di quella del THAAD, grazie al suo lanciatore a due stadi più efficace e al carburante più potente, secondo la rivista.
Lo "scudo" della Cina
Il quotidiano South China Morning Post, che ha dedicato un lungo approfondimento sul sistema cinese, ha spiegato che l'HQ-19 intercetterà principalmente i missili in arrivo durante la metà della loro traiettoria, e che non li intercetterà nella loro fase terminale o di rientro (ciò per cui è progettato il THAAD). Se fosse vero, questo aspetto segnerebbe il progresso della Cina nella gestione di difficili condizioni eso-atmosferiche e nel controllo della velocità nello spazio. Effettivamente, un rapporto del Pentagono sull'esercito cinese ha affermato che la Cina stava sviluppando proprio sistemi di difesa missilistica balistica con intercettori di energia cinetica eso-atmosferici ed endo-atmosferici.
Il veicolo lanciatore dell'HQ-19, un camion ad alta mobilità a otto ruote motrici, è montato con sei missili intercettori. Ogni missile ha un diametro di circa 50 centimetri e una lunghezza di circa sette metri. Per fare un confronto, i missili intercettori THAAD misurano 37 centimetri di diametro e 6,17 metri di lunghezza. I lanci HQ-19 utilizzano un motore a razzo a combustibile solido a due stadi, mentre il THAAD sfrutta un motore a razzo a stadio singolo che viaggia a una velocità inferiore.
Infine, la precisione del lanciatore si basa in gran parte sul sistema phased array dell'HQ-19, montato su un camion separato e con una gittata stimata fino a 4.000 chilometri. Il Dragone sta intanto affinando il suo "scudo" ed è pronto a metterlo in campo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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