Roma - Oltre alla Grecia "ci sono altri paesi nel mondo che, senza misure di aggiustamento precauzionale, sono esposti a un simile rischio". È quanto ha detto il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi in un intervento alla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali in qualità di presidente del Financial Stability Board. Riformare il Patto di stabilità e rafforzare il governo economico dell’Unione. Il governatore si è soffermato sul tema delle riforme del settore finanziario, prerequisito per una crescita economica sostenibile. "La lezione della crisi - ha affermato il governatore - è che occorre rivedere il concetto del Patto di stabilità e crescita e rafforzare il governo economico dell’Unione". Finora, ha evidenziato il numero uno di Via Nazionale, il Patto di stabilità "è consistito in un meccanismo di osservazione dei bilanci pubblici". Ora, «è necessario renderlo più incisivo ed estenderlo all’area delle riforme strutturali perchè la mancanza di tali riforme è il motivo alla base della mancata crescita di alcuni Paesi".
Grecia, Bce: sospesi limiti del rating La Bce ha deciso di sospendere la soglia minima di rating per i titoli del debito greco garantiti o emessi dal governo di Atene. Il Consiglio direttivo della Bce ha deciso di sospendere l’applicazione della soglia minima di rating quale requisito di idoneità per il collaterale nelle operazioni di credito nell’Eurosistema nel caso di strumenti emessi o garantiti dal Governo greco. Intanto il premier greco George Papandreou ha telefonato al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per ringraziarlo ricordando che l’Italia è stata la prima in Europa a sostenere un intervento in favore della Grecia.
Sospesi i limiti di rating La sospensione sarà in vigore fino a nuova comunicazione. La decisione della Bce giunge all’indomani dell’accordo sul pacchetto di aiuti Ue-Fmi da 110 miliardi di euro alla Grecia e rappresenta una ulteriore forma di sostegno al governo di Atene, tenuto conto che la scorsa settimana Standard & Poor’s ha declassato il rating sovrano a junk (spazzatura). Per i titoli greci, infatti, c’era il rischio di non soddisfare più i requisiti per il collaterale richiesti dalla Bce a fronte dei prestiti, nel caso di un taglio del rating su Atene a junk anche da parte di Fitch e Moody’s. Attualmente, la Bce accetta bond con rating BBB-, mentre prima dello scoppio della crisi il livello di merito minimo richiesto era A-.
L'ok di Berlino agli aiuti Il governo della Germania ha approvato il progetto per stanziare il contributo tedesco agli aiuti europei a favore della Grecia. Berlino è chiamata a fornire la parte più consistente dei fondi che l’Unione monetaria stanzierà a favore della Grecia, assieme al Fondo monetario internazionale. Ora il progetto dovrà ricevere l’approvazione del Parlamento tedesco. In precedenza il governo aveva riferito di contare su un via libera per il 7 maggio, ben prima quindi del 19 maggio, scadenza critica per Atene in cui giungono a maturazione bond da 9 miliardi di euro.
Bini Smaghi: "In gioco la coesione dell'Ue" All’origine della crisi greca non c’è stato solo un problema di bilancio, ma una questione politica fondamentale, che molti hanno sottostimato. Secondo il componente del direttorio della Bce, Lorenzo Bini Smaghi, "se le difficoltà di bilancio della Grecia fossero state prodotte da un evento esogeno, come un terremoto, la crisi si sarebbe risolta rapidamente". Bini Smaghi ha ricordato che la Commissione ue dispone risorse finanziarie ingenti per far fronte ad eventi "fuori dal controllo degli Stati Membri". Anche "gli altri Paesi membri non avrebbero fatto mancare la loro solidarietà. La crisi greca è nata invece da una grave violazione dei principi sottostanti alla costruzione politica europea. Il precedente governo greco aveva infatti più che raddoppiato il deficit pubblico, dal 6% del pil a oltre il 13%, senza dichiararlo, nel 2009 - un anno elettorale. In altre parole la, seppur debole, sorveglianza europea sui bilanci pubblici dei Paesi membri è stata elusa dalla Grecia a fini elettorali interni" "Ci si può chiedere in quale Paese un tale evento non avrebbe innescato una crisi politica di dimensioni paragonabili a quella che è stata vissuta nell’Unione", ha continuato Bini Smaghi che non si meraviglia della reazione di molti cittadini dell’area euro e dell’esitazione di alcuni governi a dare il loro accordo. "In gioco non era solo la coesione economica e finanziaria dell’ Unione, ma soprattutto quella politica".
Frattini: costi saliti per i dubbi della Germania L’indecisione della Germania sulla risposta da dare alla crisi del debito greco ha fatto lievitare i costi del salvataggio che da poco meno di 50 miliardi sono saliti a 110, secondo il ministro degli Esteri Franco Frattini. "Abbiamo rispettato la prudenza e i dubbi della Germania, le abbiamo dato il tempo per riflettere ma intanto i danni sono aumentati.
Gli speculatori internazionali hanno lavorato e reso la situazione insostenibile costringendo il governo greco a misure meritevoli ma gravose per la popolazione", ha detto Frattini in un intervento alla Camera dopo che ieri l’Eurogruppo ha concordato il pacchetto di aiuti ad Atene. "Abbiamo la prova che più tardi si interviene peggio è. Abbiamo deciso per 110 miliardi di euro, mentre soltanto 10 giorni fa si parlava di 50 miliardi".
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