Dylan Thomas, nel tesoro di opere una satira sul Duce

La fine è nota a tutti: fu una tragedia, per così dire, agiografica

Un primo piano di Benito Mussolini
Un primo piano di Benito Mussolini
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La fine è nota a tutti: fu una tragedia, per così dire, agiografica. Intendo: il terzo tour di Dylan Thomas negli Stati Uniti, le micidiali bevute alla White Horse Tavern di New York, le notti al Chelsea Hotel, gli stordimenti, l'amore in fuga con Liz Reitell. Al party per i suoi 39 anni, era il 27 ottobre del 1953, Dylan Thomas pareva assente, pallido, malato. Uno spettro. Fu ricoverato al St Vincent's Hospital alle due di notte del 5 novembre. Diagnosi: encefalopatia epatica a causa di abuso di alcolici. Poi: la moglie Caitlin che si precipita negli States, tenta di scannare il dottore, la costringono alla camicia di forza.

Dylan Thomas, l'arcangelo della poesia contemporanea, muore il 9 novembre. Nel «Poets' Corner» della Westminster Abbey una lapide ricorda il grande poeta gallese: sta al fianco di Lord Byron. Scaduti i diritti sull'opera di Dylan Thomas, gli editori si scateneranno. Per ora, sappiamo che Crocetti stamperà un fascio di poesie inedite in Italia, che Giometti & Antonello pubblicherà Visione e preghiera, che Alessandro Ceni, il Dylan Thomas italiano, sta architettando un'antologia edita prossimamente da Feltrinelli. La Vita Felice ha ripubblicato Favole di cinema: il libro, uscito in origine nel 1976 per Milano Libri Edizioni, a cura di Ida Omboni, riproduce due operette cinematografiche, Rebecca's Daughter e Me and My Bike.

Tra i materiali meno noti, restano però alcune notevoli scritture a cui prestare attenzione. Nel 1932, per il Little Theatre che ora porta il suo nome Dylan Thomas abbozza un testo dal titolo Lunch at Mussolini's. Si tratta di un atto unico, «tre fogli battuti a macchina», consegnati all'amica Ethel Ross. Il testo è schietto, sagace, irriverente. Siamo a Roma, Mussolini «indossa la sua uniforme più pittoresca e la migliore delle sue espressioni inscrutabili»; alla sua vista «la famiglia scatta sull'attenti». Nello sketch, Mussolini si lamenta con la moglie perché «lo scaldabagno non funziona e il bagno è in condizioni schifose», «la banana è marcia», il figlio è insopportabile e «comincia a frignare». La politica irrompe quando il segretario gli comunica che «al Lido due tedeschi si sono lamentati della cucina dell'albergo». Il divo Mussolini esplode: «Si sono lamentati della cucina italiana? È un insulto. Immediata rappresaglia con l'Ambasciatore tedesco». La pièce termina come da italico costume in pappa: il Duce gradirebbe un piatto di maccheroni, la moglie lo obbliga a mangiare i vermicelli. Il figlio ricorda a cotanto genitore che l'ultima volta, per un'indigestione di maccheroni, «hai mandato la flotta contro la Grecia». Caustica morale: «Vorrei sapere a cosa serve cercar di fare il dittatore quando uno ha famiglia». Dimenticato per anni, Lunch at Mussolini's fu scoperto da Roberto Sanesi: nel 1958 aveva incontrato Ethel Ross, ricevendo il manoscritto. Anni dopo, Sanesi che aveva tradotto le poesie di Dylan Thomas nel 1953, per Guanda decide di ripescare la pièce, che appare sulla rivista Il Dramma (anno 46, numero 3, marzo 1970).

Prima di ritornare nel dimenticatoio, Lunch at Mussolini's che nella versione di Sanesi suona come «Mussolini a colazione» fu stampato in edizione di pregio da M'Arte Edizioni, nel 1972, in centodieci esemplari, dieci dei quali con «due silografie originali a colori di Mino Maccari». Stando ai ricordi di Ethel Ross, il testo satirico di Dylan Thomas, il dittatore della poesia inglese contemporanea, non fu mai messo in scena.

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