E Clini spaventa la sinistra: "Nucleare? Sì al ritorno" Ma poi si rimangia la parola

Il neo ministro all'Ambiente si dice favorevole al nucleare e al ponte sullo Stretto di Messina. La sinistra ambientalista va su tutte le furie e costringe Clini a fare marcia indietro

E Clini spaventa la sinistra: "Nucleare? Sì al ritorno" Ma poi si rimangia la parola

Mentre Pierluigi Bersani e Antonio Di Pietro sono ancora inebriati dalle dimissioni di Silvio Berlusconi da presidente del Consiglio, il centrosinistra si accorge che il governo Monti potrebbe portare avanti politiche scomode. A partire dal nucleare. Proprio quando si pensava che il dibattito fosse stato sepolto dal referendum, il neo ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha fatto sapere di essere favorevole al ritorno del nucleare anche se a determinate condizioni. Intervenendo a Un giorno da pecora su Rai Radio2, Clini ha spiegato che "il ritorno al nucleare è un’opzione sulla quale bisognerebbe riflettere molto, anche se quello che è avvenuto in Giappone ha scoraggiato. Però di base la tecnologia nucleare rimane ancora, a livello globale, una delle tecnologie chiave".

Dal ritorno all'atomo al Ponte sullo Stretto di Messina, fino alla realizzazione della Tav il primo giorno di Clini al dicastero dell'Ambiente parte con una bufera di polemiche da parte del centrosinistra. Col Sel che lo accusa di partire "male, anzi malissimo" e il Pd che lo invita a "non guardare a un passato già bocciato". Ma il più indispettito nei confronti dell'apertura all'atomo è senza dubbi il leader dell'Idv Antonio Di Pietro. "Se il buongiorno si vede dal mattino oggi non è un buon giorno per l’ambiente - ha detto l'ex pm - alla prima dichiarazione pubblica il ministro Clini ha già sbagliato due volte". E ha elencato: "In primo luogo perchè ritiene che in Italia bisogna considerare l’opzione nucleare, in secondo luogo perché, esercitando uno strumento di democrazia diretta, il popolo italiano ha bocciato con il 95% questa tecnologia obsoleta e pericolosa". Dall'attacco alle minacce, il passo è breve. Tanto che Di Pietro ha spiegato che l’Italia dei valori vigilerà affinché "si tenga conto del responso che è arrivato dalle urne".

Mentre sono fioccate per tutto il giorno le critiche di Verdi e dipietristi, il centrodestra esulta per la posizione di Clini. "Non possiamo che esprimere sincero apprezzamento per la strada indicata dal neo ministro all’Ambiente su temi importanti quali il nucleare e il taglio alle emissioni di gas serra - ha spiegato Agostino Ghiglia, capogruppo Pdl alla commissione Ambiente della Camera - ma queste prime battute evinciamo con soddisfazione che il ministro Clini si stia muovendo in continuità con le scelte di politica ambientale perseguite dal precedente Governo". Da qui la decisione del Pdl di confermare la fiducia al governo guidato dal neo premier Mario Monti. Purtroppo l'assalto della sinistra ha costretto Clini a fare subito un passo indietro.

Tanto che in serata ha dovuto precisare: "Non ho certo intenzione di riaprire una questione già risolta in modo chiaro con il referendum e sono impegnato da anni nella promozione e nello sviluppo delle energie rinnovabili". Un vero peccato: persa ancora una volta l'occasione per rilanciare il Paese.

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