Adelphi, Mondadori-Feltrinelli una sfida per costruire la pace

Nel 2023 balzo dei ricavi e profitti netti per 2 milioni. Ora i soci storici sperano in un accordo tra i due rivali

Adelphi, Mondadori-Feltrinelli una sfida per costruire la pace
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L'oggetto del desiderio di Mondadori e Feltrinelli si chiama Adelphi, storica casa editrice milanese indipendente, che mostra bilanci in grande salute. Il 2023 è stato chiuso con il record storico di ricavi a 17,5 milioni (+4,5%), un ebitda di 3,17 milioni (18,7% dei ricavi) e quasi due milioni di utile netto (1,98, stabile rispetto al 2022). Mentre per il futuro prossimo, grazie alle disponibilità di cassa, la società potrà «sostenere nuovi investimenti importanti su nuovi autori e per rinnovi contrattuali». Lo si legge nella relazione allegata al bilancio annuale diffusa ieri da Radiocor.

Il dato sull'utile netto rivela quanto grande sia l'interesse su Adelphi: Mondadori ha appena rilevato da Josephine Calasso (una delle eredi del padre Roberto) un'opzione sul 10% della per 5 milioni. Il che corrisponde a una valutazione di Adelphi di 50 milioni, pari dunque a 25 volte l'utile netto: un multiplo che ricorda più una big tech che non da editore di libri (con una quota di mercato italiano inferiore al 2%). Ma tant'è. Segno che nel bouquet di due grandi editori e negozianti di libri quali Mondadori e Feltrinelli (che a sua volta ha comprato il 10% dagli eredi di Francesco Pellizzi, storico socio della società) un brand colto e apprezzato come Adelphi arriva quasi a non avere prezzo.

Il punto è capire come evolverà la situazione, che sta nelle mani dei diversi soci. Da un lato gli eredi Calasso (il 71% di Roberto è ora diviso tra la figlia Josephine, 23,8%, il figlio Tancredi, 23,8%, la moglie Fleur Jaeggy, 13,5%, e il nipote Roberto Colajanni, Ad di Adelphi, con il 10%); dall'altro i Pellizzi, a cui resta il 3,5%; e infine la famiglia Zevi (Elisabetta è vicepresidente) con il 15,5%. Qualcuno di questi sarà allettato dalle valutazioni circolate in queste ore?

Fonti vicine ai soci rivelano al Giornale che «lo scenario di un'Adelphi che diventi un campo di battaglia non è visto bene». Mentre gli azionisti «si aspettano che da settembre si apra un periodo nel quale ragionare sul futuro di Adelphi in modo unitario». Così da appianare i contrasti che poi sono stati alla base della decisione di Josephine Calasso di offrire l'opzione a Segrate. In questo quadro lLa speranza è che Mondadori e Feltrinelli scelgano la pace, puntando a rafforzare un'Adelphi che resti però indipendente.

I motivi per un esito di questo tipo non mancano: il bilancio mostra una società in salute, che incrementa il suo fatturato da anni, con ottimi margini. Ma dalla relazione si evince anche che l'attuale struttura reddituale è sbilanciata verso il catalogo, da cui arrivano i due terzi dei risultati.

Una situazione che a tendere va bilanciata con le novità che alla lunga rinnovano il catalogo stesso. Un'operazione che richiede abilità editoriale e investimenti. O, tradotto in termini attuali, unità d'intenti e magari qualche socio con le spalle larghe.

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