Auto, la Fim al governo: "Il futuro sarà elettrico. Ecofuels? Peso minimo"

Uliano: "Urso riveda il piano da 8 miliardi". Nel trimestre +4,8% la produzione Stellantis

Auto, la Fim al governo: "Il futuro sarà elettrico. Ecofuels? Peso minimo"

Cresce la produzione di auto nelle fabbriche italiane di Stellantis, anche se ancora in ritardo sul periodo pre-pandemia. Il primo trimestre segna +4,8% con i poli di Torino-Mirafiori (+18,4% grazie alla 500 elettrica) e Pomigliano (+22,7% per merito di Alfa Romeo Tonale) in accelerazione, mentre a frenare è ancora Atessa (-10,6%), l'impianto di furgoni più grande d'Europa che si aspetta solo dal 2024 i primi effetti del recente accordo con Toyota.

Nel confronto con il primo trimestre 2019 dell'allora Fca, la perdita produttiva generale è del 9%, condizionata da Atessa (-28,9%). Nel gennaio-marzo 2023, invece, la produzione delle sole auto registra +11,9% sul 2022 e +1,4% sul pre Covid-19. Tutti numeri e percentuali che il sindacato Fim-Cisl ha diramato a conclusione dei primi tre mesi dell'anno.

Balza subito all'occhio come, rispetto a 1.002.966 veicoli usciti dai siti italiani nel 2016, la produzione in Italia sia crollata a 685.753 unità nel 2022. Al di là dell'andamento delle fabbriche in Italia di Stellantis, dal sindacato Fim-Cisl non sono mancate critiche a come il governo sta affrontando il tema automotive e lo stesso vale, indirettamente, per le pressioni fatte sulla Commissione Ue affinché al «tutto elettrico» dal 2035 si affiancassero anche gli eco-carburanti (per ora solo quelli sintetici).

Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim-Cisl, rispondendo a una domanda del Giornale, si è detto infatti convinto che «il peso di biocarburanti ed e-fuels, rispetto all'elettrico, sarà molto minimo». «I volumi - ha aggiunto - saranno sull'elettrico; quindi, occorre muoversi di conseguenza per non perdere il treno dell'innovazione. Siccome l'elettrico è e sarà l'elemento di rinnovamento che caratterizzerà il mercato, soprattutto in Europa, non ha senso soffermarsi a uno scontro ideologico tra biocarburanti, e-fuels e batterie».

Ma quello che più preoccupa il sindacato metalmeccanico guidato da Roberto Benaglia, è il fatto che «dopo 5 mesi dall'insediamento di questo governo, a tutt'oggi non si è provveduto a utilizzare le risorse stanziate nel fondo specifico dell'automotive per favorire la reindustrializzazione e la trasformazione del settore». Il messaggio di Uliano al ministro delle Imprese, Adolfo Urso: «Si stanno finanziando unicamente gli incentivi alla domanda, ma non si devono sottrarre risorse per la reindustrializzazione, indispensabili per evitare l'impatto negativo su oltre 75mila lavoratori a seguito del cambio delle motorizzazioni. Il Fondo stanziato era di circa 8 miliardi in 8 anni, utilizzato per poco più di 1 miliardo solo come ecobonus. Bisogna portare in Italia le produzioni di semiconduttori, batterie, componenti per l'elettrico, la guida autonoma, la digitalizzazione e la connettività. Senza un piano immediato per la transizione industriale, il rischio licenziamento e desertificazione industriale diventa certezza».

Segue la sollecitazione al ministro Urso perché convochi il «Tavolo del settore automotive» allo scopo di definire, nel concreto, le linee di intervento per i finanziamenti all'industria. Entro il 2025 l'investimento complessivo di Stellantis per l'elettrificazione ammonterà a 30 miliardi.

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