Se il giudice che boccia le concessioni demaniali è vicino alla Bellanova

La Lega non ci sta e attacca il governo sulle concessioni demaniali: "Il giudice che ha redatto la sentenza è persona di estrema fiducia del ministro Bellanova"

Se il giudice che boccia le concessioni demaniali è vicino alla Bellanova

La Lega attacca il governo giallorosso sul rinnovo delle concessioni demaniali, cioè quei provvedimenti che abilitano un titolare a occupare aree o beni di proprietà del demanio, ovvero dello Stato.

In particolare, i leghisti puntano il dito contro il giudice che ha redatto la sentenza relativa alle citate concessioni demaniali: una "persona di estrema fiducia" del ministro renziano Teresa Bellanova. E allora Lorenzo Viviani, Giorgia Andreuzza e Paolo Ripamonti, rispettivamente capogruppo della Lega in commissione Agricoltura alla Camera, capogruppo Lega in commissione Attività Produttive e Turismo alla Camera e vicepresidente della commissione Industria in Senato, hanno espresso le loro perplessità sulla vicenda: “Il Consiglio di Stato ha dubbi sul rinnovo delle concessioni demaniali. È un errore, reso ancora più incredibile se si pensa che il giudice che ha redatto la sentenza è il capo di Gabinetto del Mipaaf, e quindi è persona di estrema fiducia del ministro renziano Bellanova. È davvero il governo sbarchi, tasse e manette, zeppo di clamorosi problemi di opportunità. La Lega continuerà a sostenere le aziende e i lavoratori del settore e le loro 30mila famiglie in Italia e in Europa”.

Tra le concessioni demaniali sono comprese anche quelle marittime, inerenti alla gestione dei comuni stabilimenti balneari. E proprio questi ultimi stanno per essere rivoluzionati da un nuovo sistema che verrà applicato in seguito alla sentenza del Consiglio di Stato. Fin qui, infatti, le citate concessioni si basavano sulle cosiddette proroghe automatiche. D'ora in poi verrà fatta valere la Direttiva Bolkestein 2006/123/CE, che sottolinea come le concessioni demaniali marittime debbano essere assegnate con gara pubblica. La normativa europea era stata silenziata e aggirata appigliandosi al sistema delle proroghe automatiche.

La sentenza del Consiglio di Stato

Ma le proroghe sono state dichiarate illegittime dalla sentenza n. 7874 della Sezione Sesta del Consiglio di Stato del 18 novembre 2019. Il motivo è spiegato nero su bianco dallo stesso Consiglio di Stato: “Con la concessione di area demaniale marittima si fornisce un’occasione di guadagno a soggetti operanti sul mercato, tale da imporre una procedura competitiva ispirata ai ricordati principi di trasparenza e non discriminazione”.

La sentenza parla chiaro: “La proroga ex lege delle concessioni demaniali aventi natura turistico-ricreativa non può essere generalizzata, dovendo la normativa nazionale ispirarsi alle regole della Unione europea sulla indizione delle gare”. E ancora: “Qualora emerga contrasto tra la norma primaria nazionale o regionale e i principi del diritto eurounitario, è fatto obbligo al dirigente che adotta il provvedimento sulla base della norma nazionale (o regionale) di non applicarla”.

La situazione è tuttavia ancora da definire perché il Consiglio di Stato non ha annullato alcun atto comunale che applicava le proroghe automatiche delle concessioni; sono stati annullati solo quegli atti in cui i comuni avevano respinto le richieste della società ricorrente di istituire una gara pubblica.

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