«In questi 12 anni il Contratto Fiat ha permesso di gestire, in Italia, una grande trasformazione industriale che, dalla nascita di Fca, prima, e di Stellantis, poi, ci ha visti protagonisti anche con molte partite complicate. L'impegno è stato sempre quello di tutelare i lavoratori, regolare il diritto al lavoro e mantenere i salari. Abbiamo vissuto periodi di crisi all'inizio, ma ricordo che negli ultimi 4 anni il Contratto collettivo specifico di lavoro ha portato a un aumento dell'8% dei salari, superiore ai contratti nazionali, compreso quello di Federmeccanica. È un contratto che è stato positivo e ora siamo al rinnovo».
Roberto Benaglia, segretario generale Fim Cisl, insieme agli altri sindacati firmatari (Uilm, Uglm, Fismic e Aqcfr), si prepara a sottoporre la piattaforma, il 19 ottobre, ai consigli di fabbrica delle Rsa degli impianti di Stellantis, Ferrari, Iveco Group e Cnh Industrial. «Ci aspettiamo una risposta positiva - puntualizza Benaglia - vista la reazione dei delegati nel momento in cui abbiamo presentato la piattaforma. Ascolteremo chi vive in prima persona, all'interno delle fabbriche, questo momento di cambiamento. È un contratto ambizioso».
Segretario, auspicate la conclusione della trattativa in tempi rapidi?
«Nessun ultimatum. Mai come adesso, comunque, c'è bisogno di risultati, di fare le cose bene, di difendere il potere di acquisto vista l'impennata dell'inflazione».
Per Stellantis il fatto che continuate ad apprezzare le linee del vecchio «Contratto Fiat» è una notizia positiva.
«Puntiamo sulla stabilità. Questo contratto ha il grande pregio di essere contemporaneamente di primo e di secondo livello, tratta cioè normative generali e specifiche aziendali. Pensiamo di andare avanti e di rinnovare in poco tempo il contratto in maniera produttiva per dare subito risposte ai lavoratori e tornare quindi a occuparci della transizione che riguarda il settore».
All'epoca di Fca il confronto era con il sindacato americano Uaw, adesso con Stellantis dovete parlare anche con i colleghi francesi e tedeschi.
«Il contatto è costante e sta nascendo un'entità unica per discutere di tutti i problemi».
Segretario Benaglia, i sindacati italiani chiedono di sedere nel cda di Stellantis?
«Ai tempi di Psa la legge francese lo prevedeva. Quello della partecipazione è un tema fondamentale per vincere le tante sfide. In Europa, però, partecipano i lavoratori, non i sindacati. La discussione deve vertere su come coinvolgere i lavoratori nei successi dell'impresa e avere migliori salari».
Tutti uniti, tranne la Fiom, che in tema di contratto va per conto suo. Una frattura di vecchia data.
«Un'anomalia che è rimasta, ma che forse 12 anni fa aveva avuto le sue ragioni. Con loro vorrei discutere se questa autoesclusione ha ancora un senso. La mano, verso la Fiom, è tesa se c'è la volontà di andare avanti».
Una trattativa, comunque, con quattro realtà diverse: Stellantis, Ferrari, Iveco Group e Cnh Industrial.
«La nostra è una piattaforma modulare con punti fissi e finestre sulle specificità delle singole realtà».
Carlos Tavares, ad di Stellantis, ha sollevato il problema dell'accessibilità alle auto elettriche.
«Le Case stanno
investendo per i prossimi decenni in una transizione lunga e strategica, ma non bisogna creare due marcati: uno elitario e l'altro che guarda all'usato e alle vetture a combustione. Su questo sensibilizzeremo il nuovo governo».
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